A Bologna la Dr.ssa Caterina Cenci dell’AOU Careggi di Firenze ha risposto a questa domanda: “Ho 68 anni e prendo il Coumadin. Posso usare integratori e farmaci (specie per le mie vene varicose)?”
Le vene varicose (o varici) sono delle dilatazioni abnormi e sacculari delle vene, soprattutto degli arti inferiori, che spesso assumono un andamento tortuoso. I pazienti con varici sono soliti lamentare gonfiore, prurito, pesantezza, dolenzia/crampi e assumono frequentemente farmaci che possano alleviare i sintomi della malattia. L’uso di farmaci analgesici-antinfiammatori, in particolare gli anti-infiammatori non steroidei (FANS ovvero paracetamolo, aspirina, ibuprofene, naprossene, ketoprofene, diclofenac, nimesulide, ketorolac) è molto frequente anche perché molti di essi sono fruibili dal paziente senza bisogno di ricetta medica. Tuttavia, il loro utilizzo in concomitanza con una terapia anticoagulante, sia con Coumadin (warfarin), che con nuovi anticoagulanti orali, è potenzialmente rischioso pertanto è necessaria un’adeguata informazione del paziente anticoagulato.
Com’è noto, infatti, i FANS inibiscono la funzionalità piastrinica, aumentando così il rischio di sanguinamento; inoltre possono avere effetti dannosi sul sistema digerente (gastrolesivo) e alterare il metabolismo del warfarin per azione sui citocromi epatici. Per il trattamento del dolore, è consigliato l’utilizzo di farmaci analgesici puri, come il paracetamolo e, tra gli anti-infiammatori, quelli associati a minor gastrolesività come l’ibuprofene.
Un altro farmaco analgesico puro utilizzabile in relativa sicurezza è il tramadolo; tuttavia si tratta di un oppiaceo pertanto non può essere prescritto di routine ma soltanto in casi selezionati e come farmaco di seconda scelta. In ogni caso, è raccomandabile un monitoraggio dell’INR dopo qualche giorno dall’introduzione del farmaco analgesico/anti-infiammatorio (e, più in generale, di qualsiasi farmaco) e un eventuale incremento della frequenza dei controlli dell’INR per tutta la durata della terapia. Un altro aspetto da considerare è evitare le iniezioni intramuscolari in quanto si possono creare ematomi. L’applicazione cutanea (ad esempio in pomate o creme) è ritenuta sicura purché non sia troppo frequente e su vaste superfici corporee.
Per quanto riguarda gli integratori, ad esempio vitaminici o sali minerali come magnesio e potassio, assunti allo scopo di alleviare i fastidiosi crampi, il loro uso è permesso in corso di terapia anticoagulante, se non altrimenti controindicato (ad esempio in caso di insufficienza renale grave) con l’eccezione, ovviamente, dei preparati contenenti vitamina K.
Da evitare invece l’assunzione di prodotti di origine vegetale, ahimè molto diffusa nell’ambito della patologia venosa cronica degli arti inferiori, sia come prodotti per via orale che per via locale (unguenti). Infatti, non è noto il reale contenuto di vitamina K di questi composti e, non trattandosi di farmaci sperimentati nell’ambito di trial clinici, non vi sono sufficienti evidenze sul loro funzionamento e sul reale effetto sugli esseri viventi. Vi sono studi in letteratura riguardo ad alcune sostanze di origine vegetale (ad esempio ginkgo biloba, una delle più studiate) che hanno confermato che è necessario essere estremamente prudenti sul loro utilizzo insieme al warfarin, in quanto sono stati riportati casi di sanguinamento maggiore.
Tuttavia, tornando alla domanda del nostro lettore… la migliore e più efficace terapia in caso di vene varicose consiste nel condurre una vita attiva e nell’indossare la calza elastica!