La nuova frontiera della gestione antitrombotica della fibrillazione atriale: la chiusura dell’auricola sinistra
Di Paolo Prandoni | 23 Dicembre 2024 | 1
Ultima modifica: 26 Dicembre 2024
La procedura di chiusura dell’auricola sinistra per la prevenzione dello stroke nei soggetti fibrillanti si è arricchita nel corso del 2024 di numerose evidenze scientifiche che ne supportano l’impiego anche in assenza di controindicazione all’utilizzo di anticoagulanti. La prevenzione dell’ictus recidivante in corso di terapia anticoagulante, l’impiego in alternativa al trattamento farmacologico nei soggetti candidati all’ablazione, il tipo e la durata dell’anticoagulazione o antiaggregazione dopo la procedura, sono tra i temi affrontati dal prof. Paolo Prandoni in questo “compendio” della letteratura più recente.
Anticoagulanti orali in pazienti “fragili” con comorbidità: un aiuto dall’indice di Charlson?
Di Stefania Cavazza | 5 Dicembre 2024 | 0
Ultima modifica: 5 Dicembre 2024
Può l’indice di comorbidità di Charlson guidare nella scelta della dose di DOAC nei pazienti con fibrillazione atriale e migliorare l’efficacia e la sicurezza del trattamento? Secondo una sub-analisi dello studio MAS no (1), vediamo perché.
La valutazione del rischio embolico nei pazienti con fibrillazione atriale: dal CHA₂DS₂-VASc al CHA₂DS₂-VA
Di Domenico Prisco | 5 Novembre 2024 | 0
Ultima modifica: 7 Novembre 2024
Il passaggio, proposto dalle ultime linee guida ESC 2024, dal punteggio CHA₂DS₂-VASc al più recente CHA₂DS₂-VA nella stratificazione del rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) rappresenta un cambiamento significativo nella gestione clinica. Entrambi i sistemi sono progettati per identificare i pazienti a rischio di ictus e altre complicanze tromboemboliche, ma con alcune importanti differenze nella semplificazione dei fattori di rischio considerati.
Livelli plasmatici di DOAC in pazienti in terapia con dosi ridotte: cosa dice lo studio MAS
Di Stefania Cavazza | 12 Settembre 2024 | 1
Ultima modifica: 10 Gennaio 2025
Una sub analisi dello studio MAS, appena pubblicata sull’International Journal of Cardiology, ha evidenziato come dosi ridotte di anticoagulanti orali diretti (DOAC) non siano sufficienti ad evitare livelli plasmatici di farmaco eccessivamente elevati o ridotti. Nello studio, i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in terapia con dosi ridotte hanno avuto la maggiore incidenza di eventi emorragici o trombotici (1).
