PROFILASSI E TERAPIE

Perchè ancora Coumadin?

Nonostante l’ampio utilizzo degli anticoagulanti orali diretti (DOAC), esistono condizioni cliniche, come la presenza di protesi valvolari cardiache meccaniche e la sindrome da anticorpi antifosfolipidi ad alto rischio (triplice positività), in cui questi farmaci non si sono dimostrati sufficientemente efficaci e che pertanto richiedono ancora il trattamento con warfarin (Coumadin®) o, meno comunemente, acenocumarolo (Sintrom®). Recenti studi hanno inoltre dimostrato che anche in presenza di malattia cardiaca reumatica con fibrillazione atriale o di protesi valvolari aortiche On-X, considerate a basso rischio trombotico, il warfarin rimane la scelta terapeutica migliore.

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Novità nella terapia dell’ictus ischemico

In un contesto clinico dominato dall’incertezza sulle misure più adeguate da adottare in caso di ictus ischemico con presentazione clinica severa in soggetti con occlusione trombotica della carotide interna o del tratto più prossimale della cerebrale media, si è assistito negli ultimi mesi ad una incalzante successione di contributi scientifici di alto livello, che hanno contribuito a fare chiarezza sul valore di provvedimenti capaci di migliorare lo scenario clinico e le attese prognostiche: mi riferisco alla trombolisi endovenosa ed alla trombectomia. I contributi ai quali faccio riferimento sono essenzialmente sei e sono stati tutti pubblicati in riviste di alto prestigio in un breve intervallo temporale.

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Gestione a lungo termine del tromboembolismo venoso nell’anziano

Cosa fare e quale informazione dare sul futuro trattamento al paziente anziano (>75 anni) con un primo episodio di tromboembolismo venoso (TEV) non provocato dopo i primi 3- 6 mesi di terapia anticoagulante? La risposta (ancora aperta) a questa domanda deve tenere conto di alcune informazioni fondamentali, evidenziate dal dott. Nello Zanatta, attraverso quattro semplici quesiti.

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PREMIUM

DOAC e donne in età fertile: quale rischio emorragico e quali provvedimenti?

Le donne in età fertile che devono assumere anticoagulanti orali sono esposte ad un maggiore rischio di "abnormal uterine bleeding" (AUB). Ma a cosa ci riferiamo quando si parla di AUB? Quale è l'entità del rischio? Cosa cambia tra AVK e DOAC? Quali sono le strategie per arginare il problema? Ne ha parlato prof.ssa Elvira Grandone al 7° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione.

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PREMIUM

Utilizzo dei DOAC in età pediatrica

Nonostante i potenziali vantaggi della terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) nell’età pediatrica, gli studi clinici disponibili sono ancora limitati o in corso. Pertanto, sono pochi i farmaci di questa categoria attualmente autorizzati per l’utilizzo nei bambini. Una metanalisi e due recenti review ci aiutano a fare il punto della situazione.

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Si ringrazia la McMaster University
per la gentile concessione