TAVI: interrompere o no la terapia anticoagulante?
Di Giuseppe Patti | 8 Aprile 2025 | 1
Ultima modifica: 10 Aprile 2025
La gestione della terapia anticoagulante nei pazienti sottoposti ad impianto transcatetere della valvola aortica (TAVI) è una questione emergente nella cardiologia interventistica. Infatti, circa un terzo di questi pazienti ha un’indicazione all’uso di anticoagulanti orali a causa di patologie concomitanti, soprattutto la fibrillazione atriale. Tale aspetto solleva un problema: continuare la terapia anticoagulante per ridurre il rischio tromboembolico o interromperla per minimizzare le complicanze emorragiche?
Ruolo chiave della spike nel danno ai vasi sanguigni implicato nelle conseguenze a breve e lungo termine del COVID-19
Di Stefania Cavazza | 22 Gennaio 2025 | 0
Ultima modifica: 23 Gennaio 2025
Se nel 2021 iniziavano a comparire i primi lavori scientifici che evidenziavano un possibile ruolo della proteina spike del SARS-CoV-2 nelle complicanze cardiovascolari del COVID-19, nei successivi tre anni numerosi studi, alcuni dei quali, forse tra i più illuminanti, ad opera del prestigioso gruppo Italiano dell’Istituto Mario Negri, hanno confermato come la proteina spike possa essere tra i principali attori di quella infiammazione dello strato più interno dei vasi sanguigni (endotelio) nota come “endotelite”, alla base di molte delle complicanze del COVID-19, sia in fase acuta che a lungo termine (long-COVID o post-COVID) (1). Un recente studio coordinato dai ricercatori dell’Università di Berna ha documentato in vitro gli effetti persistenti della spike sull’endotelio, contribuendo a fornire elementi per individuare trattamenti efficaci (2).
Protesi valvolari cardiache meccaniche: perché si usa il warfarin e non i DOAC
Di Vittorio Pengo | 16 Ottobre 2024 | 6
Ultima modifica: 25 Febbraio 2025
Nonostante il diffuso utilizzo degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) per molte indicazioni cliniche, nel caso delle protesi cardiache valvolari meccaniche il pilastro della terapia anticoagulante rimane il trattamento con farmaci anti-vitamina K (AVK), come il warfarin (Coumadin® o Sintrom®). Il diverso meccanismo con cui si forma il trombo in presenza di materiale protesico, che coinvolge fattori della coagulazione inibiti dagli AVK (ma non dai DOAC), può essere alla base della maggiora efficacia del warfarin evidenziata negli studi clinici.
Ictus ischemico: perché le donne sono più a rischio?
Di Stefania Cavazza | 12 Settembre 2024 | 0
Ultima modifica: 21 Novembre 2024
Perché l’ictus ischemico colpisce più severamente le donne? E se c'entrasse il sovraccarico di lavoro domestico ancora non equamente distribuito tra i componenti della famiglia? Un attento lavoro di revisione degli studi pubblicati negli ultimi anni sembra suggerire che non siamo lontani dalla realtà e fornisce indicazioni per correre ai ripari.
