L’RNA delle piastrine potrebbe essere un marcatore efficace per diagnosticare precocemente alcune neoplasie. I risultati di un primo studio sono stati presentati dal Prof. Wurdinger al recente XXVI Congresso Nazionale SISET.
La forte interazione tra piastrine e tumori sta emergendo con sempre maggior chiarezza negli ultimi anni. Le piastrine, come è noto, sono frammenti cellulari privi di nucleo ma contengono numerosi RNA messaggeri ereditati dai loro precursori midollari, i megacariociti. Lavori recenti hanno dimostrato che uno specifico assetto di questi RNA piastrinici può caratterizzare alcune patologie di largo impatto clinico, come le sindromi coronariche acute e alcune malattie autoimmunitarie come il lupus eritematoso sistemico. Quello che invece era meno noto è che le piastrine sono in grado di captare avidamente RNA messaggeri presenti nella circolazione e che particolari profili del contenuto di RNA delle piastrine possono essere utilizzati a fini diagnostici.
Negli ultimi anni si è visto che le cellule tumorali rilasciano nel circolo ematico proteine e acidi nucleici.
Al recente XXVI Congresso Nazionale SISET il Prof. Tom Wurdinger, del Department of Neurosurgery del Cancer Center di Amsterdam, ha presentato una relazione sul suo innovativo lavoro di ricerca con il quale è riuscito a mettere a punto un metodo sensibile di “biopsia liquida” per vari tipi di tumore misurando il profilo trascrittomico delle piastrine circolanti. Partendo da una minima quantità di sangue periferico ha sviluppato un sistema di analisi dell’intero patrimonio di RNA delle piastrine identificando tra di essi gli RNA specifici di diverse forme tumorali e attraverso un’analisi che utilizza un algoritmo di intelligenza artificiale è arrivato a identificare con elevata sensibilità alcuni profili particolari presenti solo in pazienti portatori di specifiche forme tumorali.
Il metodo, da lui definito di analisi delle “piastrine istruite dal tumore”, è stato validato in una casistica di oltre 500 pazienti con 14 diversi tumori di provata origine, identificandoli correttamente in oltre il 95% dei casi, con una sensibilità particolarmente elevata per il carcinoma polmonare non a piccole cellule. Uno studio prospettico di validazione di questo metodo diagnostico è in corso su oltre 2000 pazienti e i risultati preliminari sembrano molto promettenti, in particolare per alcuni tipi di tumore per i quali una diagnosi precoce è essenziale, come appunto il tumore del polmone.
In conclusione, l’RNA piastrinico può rivelarsi un marcatore di facile accessibilità per la diagnosi precoce dei tumori, anche se sarà necessario attendere i risultati degli studi prospettici di validazione in corso prima di inserirlo ufficialmente nell’armamentario diagnostico dei tumori.
A cura di
Paolo Gresele
M.D., Ph.D., Professore ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina, Sezione di Medicina Interna e Cardiovascolare, Università degli Studi di Perugia
Bibliografia
- In ‘t Veld SGJG, Wurdinger T. Tumor-educated platelets. Blood 2019; 133:2359-2364.