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Un nostro lettore che risiede nel Sud Italia ci ha segnalato un cortocircuito per quanto riguarda la Nota 97 dell’AIFA, che – dal giugno di quest’anno – prevede che anche i medici di medicina generale possano prescrivere gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) e gli antagonisti della vitamina K (AVK).

Questa è sicuramente una buona notizia, visto che finora la figura che è più a contatto con i pazienti (il medico di medicina generale, appunto) non poteva rinnovare una terapia che funzionava oppure modificare in modo tempestivo quella in atto. Questi farmaci, infatti, potevano essere prescritti solo da alcuni specialisti.

La persona che ci ha scritto ha una trombosi profonda con embolia polmonare e per rinnovare il piano terapeutico si è rivolta al proprio medico di famiglia. Questi, però, gli ha fatto presente che può prescrivere DOAC e AVK nei soli casi di fibrillazione atriale. Lo specialista (un cardiologo) che un anno fa aveva disposto il piano terapeutico al nostro paziente asserisce invece che sia una competenza del MMG. Il nostro lettore, chiaramente confuso da questo rimbalzo, ci scrive per avere chiarimenti.
L’interpretazione corretta è quella del medico di medicina generale: secondo la Nota 97, infatti, egli può effettivamente prescrivere anticoagulanti, ma solo alle persone affette da fibrillazione atriale non valvolare.

Particolare bizzarro, visto che cambiano le patologie ma i farmaci restano esattamente gli stessi. Il rischio, in questo caso, è che i pazienti si sentano divisi tra quelli di serie A e quelli di serie B: i primi, affetti da FA, possono avere un accesso più diretto alla propria terapia e possono contare anche sul medico di medicina generale, il clinico che li conosce meglio e che può vederli spesso. Gli altri, invece, devono attendere la visita con lo specialista, sicuramente necessaria ma che per loro diventa indispensabile addirittura per poter continuare a prendere i medicinali che hanno dimostrato di funzionare. Approfondiremo la questione a brevissimo parlando con un MMG.

La Nota 97 è stata introdotta durate la pandemia di COVID-19 per semplificare la gestione dei piani terapeutici e far muovere il meno possibile i pazienti. Avrebbe dovuto avere una durata limitata, ma da metà ottobre è stata adottata in modo definitivo. L’auspicio degli esperti è che venga rivista o integrata per comprendere anche le persone che necessitano degli anticoagulanti per altre patologie oltre alla fibrillazione atriale.