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Anticoagulanti anti-fattore XI: basi fisiopatologiche e studi clinici

Perché inibire il fattore XI della coagulazione dovrebbe esporre ad un minor rischio emorragico rispetto all’inibire il X? Qual è lo stato attuale degli studi su efficacia e sicurezza di questi farmaci? Lo spiega approfonditamente il prof. Domenico Prisco, dell’Università di Firenze, all’ 8° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione e anticoagulazione.it

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Emorragie severe in terapia anticoagulante orale: quali esiti

Secondo uno studio retrospettivo di popolazione canadese presentato al Congresso ISTH 2024 di Bangkok, un quarto delle persone anziane ricoverate per una emorragia legata all’utilizzo di anticoagulanti orali va incontro a decesso durante il ricovero o nei primi trenta giorni successivi alla dimissione. Elevato anche il rischio di perdita di autonomia, con il 20% dei sopravvissuti ad emorragia intracranica che necessita di lungodegenza o residenza protetta alla dimissione.

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Che cos’è la sindrome da anticorpi antifosfolipidi?

La sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS) è una condizione clinica relativamente rara caratterizzata dalla presenza di trombosi venose, arteriose o patologie della gravidanza in soggetti giovani che presentano positività agli anticorpi antifosfolipidi (aPL). La diagnosi e la terapia si basano sulla gravità evento clinico e sul rischio di recidiva, che dipende anche dal tipo, dalla combinazione e dalla persistenza nel tempo delle positività anticorpali.

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Gestione a lungo termine del tromboembolismo venoso nell’anziano

Cosa fare e quale informazione dare sul futuro trattamento al paziente anziano (>75 anni) con un primo episodio di tromboembolismo venoso (TEV) non provocato dopo i primi 3- 6 mesi di terapia anticoagulante? La risposta (ancora aperta) a questa domanda deve tenere conto di alcune informazioni fondamentali, evidenziate dal dott. Nello Zanatta, attraverso quattro semplici quesiti.

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