Emorragie precoci associate a livelli plasmatici elevati di DOAC in pazienti con fibrillazione atriale: ancora novità dallo studio MAS

Utilizzare dosi ridotte di anticoagulanti orali diretti (DOAC) non è sufficiente ad evitare che in un certo numero di pazienti siano raggiunti alti livelli plasmatici del farmaco, con associato un aumento del rischio emorragico nei primi tre mesi di trattamento anticoagulante, periodo nel quale il rischio di emorragia è già più elevato. La misurazione dei livelli plasmatici dei DOAC all’inizio della terapia potrebbe essere di utilità per evitare questo problema e migliorare ulteriormente l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci.

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Attuali aspetti di terapia e prevenzione secondaria del tromboembolismo venoso in pazienti con neoplasie

Vent’anni fa la dimostrazione che l’utilizzo di eparina a basso peso molecolare (EBPM) per il trattamento del tromboembolismo venoso in pazienti con neoplasia riduce del 50% il rischio di recidiva. In anni recenti la conferma che gli anticoagulanti orali diretti (DOACs) hanno un’efficacia paragonabile all’EBPM. Ma i DOACs sono tutti uguali? Una recente meta-analisi ha confrontato in modo indiretto l’efficacia e la sicurezza dei diversi DOACs con esiti interessanti. Inoltre, nel seguente articolo, sono discussi i risultati, appena pubblicati, dello studio EVE, che ha confrontato dosi intere e ridotte di apixaban per la prevenzione secondaria del TEV in soggetti neoplastici

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Si ringrazia la McMaster University
per la gentile concessione