Nuovi criteri classificativi ACR/EULAR per la sindrome da anticorpi antifosfolipidi

Sono stati recentemente pubblicati i nuovi criteri classificativi per la sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS) dell’American College of Rheumatology (ACR) ed European League Against Rheumatism (EULAR) (1). Il prof. Vittorio Pengo, coautore del documento, ci ha aiutato a mettere in luce gli aspetti più significativi di questo aggiornamento.

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Che cos’è la sindrome da anticorpi antifosfolipidi ?

Il nostro organismo risponde alla presenza di fattori estranei  (virus e batteri etc.) mediante la formazione di anticorpi in grado di eliminarli. In alcune situazioni, il nostro sistema di difesa genera degli anticorpi contro sostanze proprie (non esterne). Tali anticorpi vengono definiti autoanticorpi essendo diretti contro noi stessi. È questo il caso della sindrome da autoanticorpi chiamati antifosfolipidi.

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Perchè ancora Coumadin?

Nonostante l’ampio utilizzo degli anticoagulanti orali diretti (DOAC), esistono condizioni cliniche, come la presenza di protesi valvolari cardiache meccaniche e la sindrome da anticorpi antifosfolipidi ad alto rischio (triplice positività), in cui questi farmaci non si sono dimostrati sufficientemente efficaci e che pertanto richiedono ancora il trattamento con warfarin (Coumadin®) o, meno comunemente, acenocumarolo (Sintrom®). Recenti studi hanno inoltre dimostrato che anche in presenza di malattia cardiaca reumatica con fibrillazione atriale o di protesi valvolari aortiche On-X, considerate a basso rischio trombotico, il warfarin rimane la scelta terapeutica migliore.

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Riservato ai PROFESSIONISTI

Visite ambulatoriali in un Centro Emostasi e Trombosi: i “passi falsi” più comuni nelle richieste di consulenza (e come evitarli)

Le motivazioni per le quali i pazienti vengono inviati ai Centri Emostasi e Trombosi sono variegate e spesso legate a quesiti su cui è opportuno fare chiarezza. Il Prof. Francesco Marongiu dell’Università di Cagliari e la Dott.ssa Doris Barcellona, Direttore della Struttura Semplice Dipartimentale Emostasi e Trombosi (SSDET) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, ci hanno spiegato i “passi falsi” più comuni nelle richieste di consulenza e come evitarli.

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Si ringrazia la McMaster University
per la gentile concessione