Livelli plasmatici di DOAC in pazienti in terapia con dosi ridotte: cosa dice lo studio MAS
Di Stefania Cavazza | 12 Settembre 2024 | 1
Ultima modifica: 16 Settembre 2024
Una sub analisi dello studio MAS, appena pubblicata sull’International Journal of Cardiology, ha evidenziato come dosi ridotte di anticoagulanti orali diretti (DOAC) non siano sufficienti ad evitare livelli plasmatici di farmaco eccessivamente elevati o ridotti. Nello studio, i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in terapia con dosi ridotte hanno avuto la maggiore incidenza di eventi emorragici o trombotici (1).
Che cos’è la sindrome da anticorpi antifosfolipidi?
Di Redazione | 17 Luglio 2024 | 0
Ultima modifica: 17 Luglio 2024
La sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS) è una condizione clinica relativamente rara caratterizzata dalla presenza di trombosi venose, arteriose o patologie della gravidanza in soggetti giovani che presentano positività agli anticorpi antifosfolipidi (aPL). La diagnosi e la terapia si basano sulla gravità evento clinico e sul rischio di recidiva, che dipende anche dal tipo, dalla combinazione e dalla persistenza nel tempo delle positività anticorpali.
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La sindrome dello stretto toracico superiore: diagnosi e terapia
Di Redazione | 30 Maggio 2024 | 0
Ultima modifica: 29 Maggio 2024
La sindrome dello stretto toracico superiore è poco conosciuta ma non per questo poco frequente, arrivando ad interessare fino all’8% della popolazione generale con manifestazioni che sono prevalentemente neurologiche (90-95% dei casi) ma che possono interessare anche il circolo arterioso (1-2% dei casi) o venoso (3-5% dei casi). Un esempio ne è la classica trombosi venosa profonda dell’arto superiore nella giovane pallavolista. Quali sono le cause, come si tratta e come si prevengono le complicanze di questa sindrome?
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Trombosi venose distali isolate: chi trattare, come e per quanto tempo? Tavola rotonda
Di Redazione | 2 Maggio 2024 | 0
Ultima modifica: 2 Maggio 2024
La corretta gestione delle trombosi venose distali isolate (quelle che interessano le vene al di sotto del ginocchio senza coinvolgere la vena poplitea) rimane oggetto di intenso dibattito. Se fino ad alcuni anni fa se ne riteneva addirittura superfluo il riconoscimento diagnostico, recenti studi osservazionali hanno documentato come attualmente, non solo vengano estesamente trattate, ma oltre il 70% dei pazienti riceva una durata della terapia ben più lunga di quanto raccomandato dalle linee guida. Ma cosa dicono le linee guida? Qual è la storia naturale della patologia? Come identificare e gestire i pazienti a basso rischio? Chi può necessitare di un trattamento più prolungato?