Se la nota AIFA 97 del giungo 2020, allargando ai Medici di Medicina Generale (MMG) la possibilità di prescrivere gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) per la fibrillazione atriale non valvolare (FANV), è stata accolta con entusiasmo dai pazienti che non avevano più bisogno di rivolgersi ai sempre più rari centri specialistici ospedalieri per l’inizio o il rinnovo del piano terapeutico, per alcuni pazienti questa possibilità (che non è un obbligo) si è rivelata un’arma a doppio taglio: demandati dal proprio centro specialistico al MMG si sono visti negare la prescrizione con il grave rischio di interrompere l’assunzione del farmaco ed esporsi ad eventi trombotici.

“Chiariamo subito la normativa” – ha spiegato il Dott. Damiano Parretti, Responsabile Nazionale Area della Cronicità della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) – “la nota 97 prevede che gli specialisti ospedalieri o convenzionati con il SSN ed i medici di medicina generale (MMG) possano prescrivere i DOAC per FANV; pertanto, nessuno di questi può dire che non lo può fare. Purtroppo il MMG è attualmente sottoposto ad una fortissima pressione burocratica che rende difficoltoso trovare il tempo per ulteriori attività ma la presa in carico del paziente anticoagulato cronico è necessaria e va fatta, demandando ai centri TAO\FCSA la gestione dei casi che presentano complicazioni o che necessitano di una competenza specialistica”.

Posizione, questa, condivisa anche dal Dott. Paolo Bucciarelli, responsabile del Centro trombosi del Policlinico di Milano che ci ha spiegato come “nel nostro Centro, come in tutti gli altri, stiamo piano piano inviando ai MMG tutti i rinnovi di pazienti stabili da tempo e rimaniamo a disposizione per rivedere il paziente qualora subentrino complicanze o insorgano dubbi che il MMG non se la sente di gestire. In questo modo abbiamo la possibilità di liberare degli slot di visite per pazienti nuovi da prendere in carico o per pazienti che hanno necessità urgente di vederci (finora abbiamo avuto grosse difficoltà a gestire questi casi per mancanza di posti in agenda). Qualora il MMG si rifiuti di rinnovare il piano terapeutico (al momento ci sono capitati pochi casi), siamo ovviamente disponibili a riprendere in carico il paziente.”

Tuttavia, la presa in carico da parte del MMG presenta delle difficoltà che sono legate non solo all’aggravio burocratico (il tempo non è infinito) ma anche alla necessità di una adeguata formazione nella gestione di terapie come quelle anticoagulanti che, a causa del rischio di sanguinamenti, sono la prima causa di accesso in PS per effetti avversi da farmaci. “Non possiamo non conoscere questi farmaci” – ha sottolineato Parretti – “che non sono tutti uguali e presentano differenze nelle diverse situazioni in cui vanno utilizzati. È necessaria un’adeguata formazione. Laddove questa non venga distribuita dalle aziende sanitarie esistono le società scientifiche, come SIMG, che hanno lavorato molto tramite congressi, corsi e aggiornamenti.”

La prescrizione dei DOAC in base alla nota 97 passa, nello studio del MMG, attraverso il sistema tessera sanitaria “ma il software che usiamo per accedere al sistema può essere più o meno evoluto”. – ha spiegato Parretti – “Con programmi come Millewin, molto utilizzato in medicina generale, la prescrizione richiede pochi minuti, a patto che la cartella clinica del paziente sia aggiornata con le informazioni fondamentali come funzione renale e emocromo, e con la registrazione delle condizioni cliniche che connotano i livelli di rischio tromboembolico e di rischio emorragico”. Un primo passo, quindi, per rendere più facile la vita del MMG ed agevolare la prescrizione di questi farmaci è l’utilizzo di supporti informatici adeguati.

“Un’altra variabile che dobbiamo considerare è che chi, tra i MMG lavora in gruppo è più facilitato rispetto a chi lavora in singolo in quanto, all’interno del gruppo ci può supportare attraverso competenze ed ambiti di approfondimento differenti tra i vari medici. Il medico che si trova da solo e debba far fronte a tutto quello che arriva immagino che si possa trovare in difficoltà ma è essenziale che sulla gestione della cronicità non ci tiriamo indietro (come MMG ndr)” ha concluso Parretti.

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