Sono note e suffragate dalla letteratura scientifica le differenze tra uomini e donne rispetto all’incidenza e alla mortalità per stroke.

In un lavoro pubblicato su Trends in Cardiovascular Medicine vengono analizzate le differenze di genere e le strategie gestionali mirate alla riduzione e alla prevenzione del rischio di ictus (stroke) nelle donne. Nei paesi industrializzati lo stroke rappresenta la seconda causa di morte provocando oltre l’ 11% delle morti totali. Da un’analisi statistica riferita all’anno 2015 l’American Heart Association (AHA) e l’American Stroke Association (ASA) hanno evidenziato che rispetto agli ultimi 10 anni la mortalità per stroke si è ridotta, passando da circa il 35% al 21%.

Nonostante la riduzione della mortalità gli effetti a lungo termine dello stroke, in termini di disabilità, peso della malattia e costi sociali, sono molto onerosi, soprattutto per le donne. Infatti, lo stroke rappresenta la quinta causa di morte negli uomini e la terza nelle donne; che più frequentemente presentano episodi ricorrenti e maggiori complicanze durante il ricovero ospedaliero.

L’età di comparsa dello stroke nelle donne è in media superiore di 4 anni rispetto agli uomini (75 vs 71 anni), gli eventi presentano generalmente una maggiore gravità e conseguenze più importanti in termini di disabilità, conducendo più frequentemente a ricoveri in istituto per lungo tempo, anche perché spesso vivono da sole.

Lo stroke nelle donne rappresenta una causa rilevante di mortalità, disabilità permanente ed elevati costi ed è quindi importante prevedere linee guida specifiche di prevenzione nel genere femminile.  Di particolare importanza è l’aspetto educazionale in quanto le donne generalmente hanno una scarsa conoscenza delle malattie cardiovascolari, dello stroke e dei fattori di rischio specifici legati al sesso femminile nelle diverse età. I fattori di rischio specifici per le donne variano nelle diverse fasce d’età. Nelle donne prima della menopausa sono rappresentati dai trattamenti ormonali contraccettivi, dalla gravidanza, dalla preeclampsia e dal diabete gestazionale. Nelle donne più anziane un ruolo importante è rappresentato dai cambiamenti dell’assetto ormonale, dalle terapie ormonali sostitutive, dallo scarso controllo della pressione arteriosa. Altri fattori di rischio per stroke, più comuni nelle donne sono: l’emicrania con aura, la fibrillazione atriale, il diabete mellito, l’ipertensione e la depressione.

Tra i fattori di rischio comuni, in entrambi i sessi, vi sono una storia di malattia cardiovascolare, il fumo, la sindrome metabolica, l’età, la sedentarietà, cattive abitudini dietetiche e l’obesità. La terapia anticoagulante nella fibrillazione atriale è spesso sotto-utilizzata nelle donne; l’inclusione del sesso femminile come fattore di rischio indipendente nel CHA2DS2-VASC score può forse aiutare ad una migliore stratificazione del rischio nelle donne.

Una recente metanalisi ha valutato le differenze di genere rispetto al rischio residuo di stroke e di sanguinamento maggiore in pazienti trattati con warfarin o con i nuovi farmaci anticoagulanti orali. In confronto agli uomini le donne trattate con warfarin presentavano un maggior rischio residuo di stroke o embolismo sistemico; tale differenza di genere non è però emersa nelle donne trattate con i nuovi farmaci anticoagulanti orali, cui si associa inoltre un minor rischio di emorragie cerebrali in entrambi i sessi. Gli autori raccomandano l’adozione di strategie specifiche, mirate alla riduzione del rischio cardiovascolare e di stroke nelle donne, che dovrebbero includere i seguenti aspetti:

  • attento controllo della pressione arteriosa in gravidanza;
  • particolare attenzione alle donne in età pre-menopausale, al fine di migliorare il controllo dei valori pressori, promuovendo cambiamenti nello stile di vita (es. dieta salutare, attività fisica, astinenza dal fumo e moderato consumo di alcool);
  • attenzione al controllo del peso corporeo;
  • programmi informativi per educare ed aumentare la conoscenza sulla prevenzione dello stroke, soprattutto nelle regioni a più elevata incidenza.

 

 

A cura di

Sophie Testa Centro Emostasi e Trombosi dell’ASST Cremona

Oriana Paoletti Centro Emostasi e Trombosi dell’ASST Cremona

 

Bibliografia

Lundberg GP., Volgman AS. Burden of stroke in women. Trends Cardiovasc Med. 2015; 20: S1050-1738.