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Un recente studio americano ha dimostrato che chi deve sottoporsi a procedure chirurgiche o invasive ha maggiori vantaggi se l’indicazione su come regolare la terapia anticoagulante arriva dalle strutture specializzate.

Le procedure chirurgiche o diagnostiche invasive non sono sempre semplici da affrontare per i pazienti che sono in terapia anticoagulante cronica, sia se è usato un farmaco antivitamina K o uno dei più recenti anticoagulanti orali diretti. I rischi di eseguire una procedura invasiva in condizioni di persistenza di effetto anticoagulante porta ad un serio rischio emorragico, ma d’altra parte un’eccessiva prolungata sospensione dell’anticoagulazione comporta un rischio di insorgenza di complicanza trombotica.

Barnes e coll. 1 in un recente lavoro descrive i buoni risultati (e la soddisfazione dei colleghi e dei pazienti) quando l’indicazione su come regolare la terapia anticoagulante in chi doveva eseguire una procedura endoscopica invasiva veniva data dal centro della terapia anticoagulante (negli Stati Uniti i centri sono chiamati “Anticoagulation Clinics”). Coinvolgendo il centro della terapia anticoagulante nella gestione delle procedure invasive (soprattutto endoscopiche) si è ottenuta una drastica riduzione della necessità di cancellare la procedura il giorno stesso della sua prevista esecuzione.

Ci auguriamo che anche nel nostro Paese si crei la necessaria collaborazione con i Centri per la terapia anticoagulante per un utile management dei pazienti quando devono essere sottoposti a chirurgia o manovre invasive.


Bibliografia

  1. Barnes GD, Spranger E, Sippola E, et al. Assessment of a Best Practice Alert and Referral Process for Preprocedure Antithrombotic Medication Management for Patients Undergoing Gastrointestinal Endoscopic Procedures. JAMA Netw Open. 2020;3(2):e1920548. doi:10.1001/jamanetworkopen.2019.20548