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Dal certosino lavoro di controllo della qualità dei laboratori che effettuano i test coagulativi, alla guida pratica “tascabile” per professionisti alle prese con farmaci anticoagulanti “vecchi” e “nuovi”, le attività della Federazione non si fermano ed investono sempre di più la ricerca clinica e l’elaborazione di documenti di consenso su questioni complesse, dove le linee guida sono nebulose.

La guida per i medici e i documenti di consenso

È stata presentata la 21° edizione della “Guida alla terapia antitrombotica”, nata oltre vent’anni fa dall’esigenza di “supportare i colleghi ad affrontare le condizioni cliniche complesse e gli ambiti di incertezza in un panorama sempre più complicato, nel quale le aree grigie sono ancora molte,  mettendo in luce tutte le evidenze aggiornate che la letteratura fornisce ma semplificando le informazione per lasciare quelle essenziali per la gestione delle terapie” -ha spiegato Daniela Poli, Presidente F.C.S.A. Fondamentale per l’aggiornamento della guida è stato il lavoro della Commissione Innovazione e Ricerca, istituita nel 2022,grazie anche alla collaborazione e all’entusiasmo di molti giovani medici.

La Commissione si occupa inoltre di individuare aspetti di difficile gestione clinica, che debbano essere oggetto di studi collaborativi o di documenti di consenso. Oltre ai position papers recentemente messi a disposizione, grazie al gruppo di lavoro è in corso di pubblicazione un documento sulla gestione pratica dei pazienti in terapia con farmaci anti-vitamina K. Un secondo documento che si è avvalso anche della preziosa esperienza del centro F.C.S.A dell’Ospedale di Emergency a Khartoum, riguarderà la gestione della terapia anticoagulante nelle donne in gravidanza portatrici di valvole meccaniche.

La ricerca F.C.S.A

 Dalla sua costituzione nel 1989, FCSA ha contribuito in modo rilevante all’avanzamento delle conoscenze scientifiche attraverso studi collaborativi spontanei e la pubblicazione di molti lavori scientifici, che hanno prodotto importanti indicazioni per la gestione dei pazienti. La ricerca clinica di FCSA deriva proprio dalla registrazione di ciò che accade e di come questa esperienza possa essere migliorata e condivisa anche con le Autorità Sanitarie locali e nazionali. Da una recente survey è emerso come l’attitudine nei confronti della ricerca clinica dei Centri, che ha condotto a numerose pubblicazioni anche nel biennio 2022-2023, sia rimasta estremamente favorevole, nonostante le difficoltà legate alla mancanza di fondi e strutture dedicate.

Il controllo dei laboratori

L’attività, coordinata dal prof. Armando Tripodi del Centro Bianchi Bonomi (Ospedale Maggiore Policlinico di Milano), prevede l’invio periodico a tutti i Centri che fanno parte della rete F.C.S.A. di campioni per valutare l’accordo tra i risultati dei test effettuati nei diversi laboratori. “La concordanza tra i Centri è molto elevata” ha spiegato il prof. Tripodi- “con un coefficiente di variazione mediano dell’8.6%, anche se il controllo è obbligatorio solo per l’INR, mentre per la trombofilia, i DOAC e la genetica è facoltativo; ma noi lo offriamo comunque a tutti i Centri gratuitamente”. Tuttavia, mentre la risposta per quanto riguarda i test genetici è buona, non si può dire altrettanto per la misurazione dei DOAC. Infatti, nonostante la comprovata utilità di questi test in certe situazioni, solo un terzo dei centri FCSA li mette a disposizione. Le ragioni sono state indagate in una in una recente survey.

Viene inoltre valutata, tramite il TTR (tempo trascorso in range terapeutico), la qualità della terapia anticoagulante con AVK fornita dalle strutture sanitarie coinvolte. L’analisi dei dati del 2022, presentata dal dott. Alberto Tosetto (Ospedale San Bortolo, Vicenza), ha evidenziato come la pandemia da COVID-19 abbia lievemente ridotto la performance globale dei centri con un modesto calo del TTR (dal 64 al 62%), legato anche alla maggiore complessità dei pazienti in terapia con AVK, spesso affetti da insufficienza renale o altre comorbilità che non consentono l’impiego dei DOAC.

I Point of Care (PoC)

Migliorare non solo la qualità delle terapie ma anche la qualità di vita di vita del paziente anticoagulato tramite il dialogo ed il confronto con le Istituzioni è un altro obbiettivo centrale di F.C.S.A che recentemente ha ricevuto “una buona notizia” -ha spiegato Daniela Poli- “in quanto il Ministero della Salute ci ha interpellato per valutare la possibilità concreta di rendere rimborsabili dal SSN i PoC (point of care) per l’INR”. Si tratta di solo di un primo contatto ma è un ’inizio, considerando come “una lunga storia di sottovalutazione della letteratura scientifica ed errori” abbia condotto la maggior parte delle strutture sanitarie quasi ad osteggiare questa procedura diagnostica, nonostante i dati a sostegno della sua affidabilità siano orma numerosi in letteratura-ha spiegato il Prof. Gualtiero Palareti, Presidente di Fondazione Arianna Anticoagulazione, che da anni si occupa del problema.

Lo scarso rapporto tra ospedali e territorio, la diffidenza del personale sanitario, il tentativo amministrativo di delegare la gestione della terapia anticoagulante orale ai medici di medicina generale e, infine, l’aspettativa che i nuovi farmaci (DOAC) avrebbero risolto tutto, ha condotto le amministrazioni a non implementare una procedura diagnostica che può risultare estremamente vantaggiosa per certe categorie di pazienti. Ciò è di particolare importanza perché “le 500 000 persone in AVK  (warfarin o acenocumarolo n.d.r.) che ci sono oggi in Italia ci saranno anche domani e saranno sempre più giovani (per il tipo di patologie che necessitano di AVK n.d.r.), quindi con la necessità di muoversi, lavorare, viaggiare” ha spigato Palareti, “ tuttavia, è indispensabile che continui ad esservi un centro di riferimento per tutti i pazienti e che i Centri organizzino l’istruzione dei pazienti all’uso dei POC ed il controllo di qualità esterno degli apparecchi”- ha concluso.

 FCSApp

Infine, negli ultimi due anni F.C.S.A è diventata anche “social” e si è dotata di un prezioso strumento di interazione per i medici che si occupano di terapie antitrombotiche, l’FCSApp. Sono circa 250 i clinici che partecipano, scambiandosi informazioni e mettendo a disposizione degli altri la propria esperienza su questioni complesse, spesso non contemplate dalla letteratura e dalle linee guida. “L’ App, oltre ad aiutare i medici alle prese con i problemi clinici di più difficile risoluzione, è anche una piattaforma che ci serve per individuare necessità ed indirizzare studi futuri” – ha spiegato Emilia Antonucci, coordinatrice del progetto e della ricerca di Fondazione Arianna Anticoagulazione, Centro Studi FCSA.