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Quasi impensabile dopo l’inverno non aver voglia di abiti leggeri e di concedersi qualche ora al sole. Di sicuro la luce fa bene al nostro umore, un bel colorito ci fa sembrare meno stanchi e anche più in forma. Inoltre, il sole aiuta a sintetizzare la vitamina D che rafforza le ossa e, una volta non più giovani, a limitare i problemi legati all’osteoporosi.

In linea generale i raggi solari non sono nocivi, ma per poter esporsi al sole in sicurezza dobbiamo prendere alcune precauzioni: stare attenti a non prolungare troppo l’esposizione, preferire le ore meno torride e utilizzare creme con filtro solare piuttosto elevato, in particolare se abbiamo la pelle chiara. Quando vi è un’infiammazione in corso è consigliabile evitare l’esposizione diretta. In particolare, in caso di trombosi venosa profonda (TVP) in atto, meglio non esporre la zona colpita (normalmente le gambe) al sole nelle ore più calde o, in generale, a fonti calore dirette.

“Quando i pazienti assumono cronicamente farmaci anticoagulanti per pregressa TVPnon vi sono controindicazioni assolute né al sole né alla lampade abbronzanti. Quando si è in terapia anche con antibiotici, come le tetracicline non bisogna esporsi al sole in quanto può provocare l’insorgenza di pigmentazioni sulla cute e sulle mucose. Per altri come l’amoxicillina non è necessaria la fotoprotezione. Anche alcuni diuretici, per esempio la furosemide, possono causare reazioni di fotosensibilità, è dunque raccomandato l’utilizzo di creme con alto fattore protettivo. – Informa il Dr. Gabriele Scarabelli, Dermatologo, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza.
In presenza di un’insufficienza venosa può capitare di incorrere nella dermatite da stasi, una forma di infiammazione della cute, che, nella maggior parte dei casi, interessa gli arti inferiori e spesso le caviglie. Per evitarne la formazione il movimento è un’ottima prevenzione, infatti migliora la circolazione e favorisce il ritorno venoso. Normalmente la zona dove è localizzata l’infiammazione è caratterizzata da edema (gonfiore) e arrossamento, spesso accompagnato da prurito. Il gonfiore è causato dall’accumulo di liquidi a livello sottocutaneo dovuto alla stasi venosa con successiva dermatite.
“Quando notiamo un gonfiore, la prima cosa da fare è non sottovalutare i sintomi e trascurarlo. – Spiega il Dr. Scarabelli – È quindi importante rivolgersi al medico, che eseguirà gli accertamenti utili a stabilire le cause della stasi venosa. La dermatite è trattabile con creme a base di cortisone di media e alta potenza e, in un secondo momento, con creme lenitive. Se trascurata, la dermatite da stasi può dare complicazioni come erosioni, fuoriuscita di siero e insorgenza di infezioni cutanee che devono essere trattate con una terapia antibiotica. – E conclude il Dr. Scarabelli – I cortisonici per uso locale e gli antisettici normalmente utilizzati non hanno alcuna interazione con i farmaci anticoagulanti, sia tradizionali, sia di nuova generazione”.

A cura di Livia Gamondi

Redazione