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Un po’ di fiacca, fiato corto, meno appetito e magari gambe gonfie, in particolare le caviglie, sono disagi abbastanza frequenti in estate, ma in qualche caso possono essere i segni di un cuore non più in forma e che fatica a pompare il sangue.

Il cuore è un organo infaticabile ed efficiente, ma con gli anni il lavoro che fa ogni giorno può metterlo a dura prova: può sfiancarsi, riuscendo sempre meno a pompare il sangue in circolo e andando incontro a insufficienza cardiaca. Lo scompenso è caratterizzato dall’incapacità del cuore di pompare il sangue in maniera efficace e con la giusta pressione. Il risultato è una ridotta ossigenazione degli organi e dei tessuti del corpo umano e nella compromissione della qualità della vita.

I sintomi tipici sono, il fiato (dispnea) che tende a peggiorare durante un’attività fisica o in posizione distesa e questo provoca disturbi durante il sonno. La persona si sveglia diverse volte e sente il bisogno di alzarsi, perché in posizione eretta la respirazione migliora. L’edema agli arti inferiori, in particolare delle caviglie, è meno marcato al mattino appena svegli, ma peggiora durante la giornata causando pesantezza. Un fastidioso senso di stanchezza rende ogni attività, anche se non impegnativa, una gran fatica.
E poiché i sintomi arrivano un po’ per volta e sono più frequenti con l’avanzare dell’età molti danno la colpa all’invecchiamento, invece alla base possono esserci valvole cardiache non più perfettamente funzionanti, o altre patologie come la fibrillazione atriale, l’aritmia, ma anche l’aterosclerosi, l’ipertensione o gli esiti di un infarto.

Per prevenire lo scompenso la cosa migliore da fare è, oltre ad adottare uno stile di vita il più possibile sano, sottoporsi a controlli periodici, elettrocardiogrammi, a partire dai 40 anni, e superati i 60 anni “prestare attenzione ai sintomi” e non pensare che sia una questione di età.

In caso di palpitazioni, stanchezza, affaticamento respiratorio senza un apparente motivo è opportuno consultare il medico curante e poi se necessario rivolgersi al cardiologo per individuarne la causa. Dopo i 50, 55 anni bisognerebbe sottoporsi a una prova da sforzo e un’ecocardiografia ogni quattro o cinque anni; inoltre non bisogna mai dimenticare di misurare e tenere sotto controllo la pressione. La diagnosi precoce è importante, perché una volta scoperta la causa il medico può prescrivere la terapia più adatta alla persona.

Lo scompenso si può prevenire, fin da giovani, tenendo sotto controllo tutti i fattori di rischio cardiovascolare: non fumare, evitare comportamenti che possano indurre ipertensione e/o un innalzamento dei livelli di colesterolo, mantenere il peso nella norma, evitare cibi grassi, troppo salati, praticare attività fisica, non abusare di sostanze alcoliche sono i principali accorgimenti preventivi che i medici consigliano per ridurre il rischio di scompenso cardiaco.

A cura di

Livia Gamondi

Redazione