L’esperienza di un infermiere domiciliare che utilizza i coagulometri portatili per l’esame dell’INR: “In molti mi chiedono come ottenerlo e si stupiscono della rapidità del test”, racconta l’operatore, che incontra una ventina di pazienti al mese.
Sono un infermiere che usa il coagulometro portatile per il controllo dell’INR a domicilio. Premetto che la mia attività è rivolta ai pazienti iscritti all’associazione AIPA di Firenze. Ormai conosco bene il coagulometro portatile perché da 17 anni mi reco a casa di pazienti che assumono coumadin che per vari motivi non possono recarsi personalmente al Centro Trombosi per il controllo periodico dell’INR.
Il servizio è a chiamata: quando un paziente socio AIPA necessita di prelievo domiciliare e non si può recare al centro, il medico di turno mi informa tramite e-mail. Io mi reco a casa del paziente, eseguo l’esame e comunico il risultato al medico che a sua volta prescrive il piano terapeutico.
Il numero di pazienti che richiede questo servizio varia a seconda del periodo: in inverno l’incidenza è maggiore perché si sommano le malattie da raffreddamento, mentre in estate ci sono molte meno chiamate, sia per le vacanze sia perché ci si ammala di meno.
In media durante l’anno si fanno una ventina di controlli domiciliari mensili.
L’esame non presenta particolari difficoltà di esecuzione e i pazienti rimangono piacevolmente sorpresi per la rapidità del risultato e per l’assenza di dolore, oltre alla comodità di non spostarsi da casa.
In molti chiedono come ottenere un apparecchio personale oppure quanto costerebbe, ma io non sono né al corrente, né autorizzato a fornire informazioni del genere.
Io non assumo coumadin, ma un mio familiare sì. Ho deciso di acquistare un coagulometro portatile e adesso non devo più accompagnarlo in ospedale. Credo che quella ventina di pazienti interessati (da me conosciuti) sarebbero molto favorevoli ad possederne uno.
A cura di Mario Lombardi
Infermiere professionale