Da circa 15 anni lavoro come infermiera presso il Centro di sorveglianza della terapia anticoagulante dell’Ospedale di Careggi a Firenze e nel Centro mi sono sempre interessata dell’educazione sanitaria.
Il Centro organizza per i pazienti che accedono al servizio per la prima volta incontri di educazione sanitaria ogni quindici giorni. La data dell’incontro viene fissata durante la prima visita al Centro.
Nel corso degli anni ho imparato che con i pazienti bisogna relazionarsi in maniera semplice, utilizzando anche degli esempi in modo che le nozioni vengano memorizzate più facilmente. Per esempio alla domanda ”Se mi taglio cosa devo fare?” rispondo che se entrambi ci tagliamo, prima di tutto, ci facciamo male allo stesso modo, se il taglio è profondo entrambi andiamo al Pronto Soccorso a farci fare un bel “ricamo”. Questo per fare capire che certi comportamenti sono gli stessi, sia che si assuma o non si assuma un anticoagulante.
Quando si parla di dieta, si sottolinea che questa deve essere variegata e senza limitazioni al consumo di verdure. Molti pazienti purtroppo hanno ricevuto informazioni allarmanti sulle verdure “a foglia larga” e manifestano perplessità. Per questo sono molto attenta a parlare di dieta, con l’intento di tranquillizzare e di rendere la questione meno tragica. Spiego molto bene che il risultato dell’INR dipende da una regolare assunzione del farmaco e che errori e dimenticanze sono la prima e più importante causa di un cattivo controllo dell’anticoagulazione. Per quello che riguarda il cibo, ognuno deve seguire le proprie regole alimentari abituali, purché corrette. Non è necessario apportare modifiche perché si è iniziato ad assumere un anticoagulante. Come dice il Prof Palareti: “Non date retta a chi dice di non mangiare verdure!”.
Attenzione ai prodotti di erboristeria e ai decotti fatti in casa: meglio astenersene in quanto questi prodotti possono provocare delle interferenze sull’efficacia della terapia. Per far capire il concetto racconto un aneddoto di un nostro paziente. Da alcune settimane in maniera inspiegata aveva i valori di INR molto alterati, mentre solitamente presentava valori molto stabili. Non si riusciva capire il motivo, poi alle nostre insistenti domande ci ha candidamente raccontato che tutte le mattine aveva iniziato a bere uno strano decotto che a parere suo aveva effetti miracolosi. Pensando che fosse una innocua “medicina naturale”, non credeva potesse avere effetti sulla sua anticoagulazione.
Più siamo in grado di spiegare semplicemente le informazioni che riguardano la buona gestione della terapia, più siamo efficaci nell’educare i nostri pazienti e riusciamo a garantire una buona aderenza alla terapia.
A cura di
Giovanna Cappelli
Infermiera – Centro Trombosi, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze