Nel 1996 la prestigiosa rivista LANCET pubblicò i risultati dello studio collaborativo Italiano ISCOAT1 (Italian Study on Complications of Oral Anticoagulant Therapy), condotto nei Centri per la sorveglianza della terapia anticoagulante orale aderenti alla Federazione Italiana dei Centri per la diagnosi della trombosi e la sorveglianza delle terapie anticoagulanti (FCSA).
Si trattava del primo ampio studio prospettico multicentrico su una coorte di pazienti dall’inizio del trattamento anticoagulante effettuato per qualunque indicazione e condotto nella vita reale.
Lo studio ebbe molta rilevanza e dimostrò che la terapia con farmaci antivitamina K, condotta da Centri appositamente dedicati che assicuravano una buona qualità del trattamento, si associava ad un rischio emorragico basso.
A distanza di 20 anni da quella importante pubblicazione, pietra miliare della storia della terapia anticoagulante orale, sono oggi disponibili i dati dei pazienti arruolati nel Registro START dai Centri aderenti a FCSA. Il Registro START ha un disegno simile allo studio ISCOAT ed è dedicato alla raccolta di informazioni sui pazienti che iniziano un trattamento anticoagulante di qualunque tipo e per qualunque indicazione. L’analisi di questi dati, che sarà presentata a novembre 2016 al Congresso Nazionale della Società di Emostasi e Trombosi a Abano Terme, ha consentito di rilevare alcune interessanti differenze tra le due coorti di pazienti:
- l’età media dei pazienti trattati nel 1996 e nel 2016 è molto diversa, passando da 63.6 anni di allora a 73 anni di oggi;
- questo è dovuto essenzialmente al fatto che è cambiata la tipologia dei pazienti, infatti nel 1996 il 17% dei pazienti era in trattamento per fibrillazione atriale, mentre oggi i pazienti con questa indicazione al trattamento sono diventati ben il 61.6% dell’intera coorte. Sono invece molto ridotti i pazienti in trattamento in quanto portatori di protesi valvolari cardiache che sono passati dal 33% del 1996 al 4.2% di oggi.
Tuttavia, In questo panorama così fortemente modificato, spicca una notevole continuità tra le due coorti di pazienti: il rischio emorragico è sostanzialmente invariato. Nel 1996 il tasso di eventi emorragici registrato all’interno dello studio ISCOAT era 1.39 eventi emorragici maggiori ogni 100 anni-paziente di trattamento, oggi nello studio del Registro START il tasso misurato è di 1.38 eventi emorragici maggiori ogni 100 anni-paziente di trattamento. Inoltre la qualità della terapia si è mantenuta su standard molto simili nei due studi con un tempo trascorso in range terapeutico pari a 66% e 64% rispettivamente. Pertanto l’invecchiamento della popolazione sembra giocare un ruolo marginale, mentre la buona qualità della terapia appare il determinante di maggiore rilievo del basso rischio emorragico rilevato nei pazienti italiani seguiti dai Centri di sorveglianza dedicati.
Bibliografia
- Palareti G. et al. Bleedingcomplications of oralanticoagulant treatment: an inception-cohort, prospective collaborative study (ISCOAT). ItalianStudy on Complications of OralAnticoagulantTherapy. Lancet. 1996 Aug 17;348(9025):423-8