I tatuaggi sono diventati ormai un vero fenomeno di costume, un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità stima circa sette milioni di italiani tatuati, pari al 12,8% della popolazione dai 12 anni in su.
Il primo disegno sul corpo si fa a 25 anni, anche se i più tatuati hanno un’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Per sottoporsi al tatuaggio è necessario essere maggiorenni o avere l’autorizzazione scritta del genitore.
La cosa fondamentale è rivolgersi a centri specializzati che utilizzano materiali sterilizzati e pigmenti di buona qualità.
L’esecuzione di tatuaggi sulla pelle si accompagna ad un minimo trauma degli strati più superficiali della cute, senza che questo comporti un sanguinamento. Pertanto non ci sono controindicazioni per le persone che assumono anticoagulanti a sottoporsi a queste pratiche. È tuttavia buona norma avvertire l’operatore che esegue il tatuaggio del trattamento in atto e, per i pazienti in trattamento con farmaci antivitamina K (Coumadin® o Sintrom®), verificare che in quei giorni il valore di INR non sia troppo elevato.
Buona norma è chiedere consiglio al dermatologo ed evitare sempre le aree dove è presente una lesione, se c’è un eczema di origine allergica o se si ha la tendenza a formare cheloidi, ovvero, una crescita anomala di tessuto cicatriziale in corrispondenza di una lesione.
Il tatuaggio non dovrebbe mai coprire un neo: se questo nel tempo si trasforma, mutando colore, il segnale d’allarme potrebbe non essere colto proprio per il disegno creato sulla pelle. In linea generale meglio optare per disegni “non coprenti” e prediligere le tinte scure. Il blu e il nero sono i colori meglio tollerati e soprattutto, sono i colori che se si decide di eliminare il tatuaggio, rispondono meglio al laser. Il rosso e il giallo sono quelli che più spesso causano reazioni allergiche, come granulomi, ovvero noduli dovuti al corpo estraneo.