Condividi su:

pazienti in terapia anticoagulante dovrebbero esercitare una certa prudenza nei confronti degli integratori, poiché potrebbero interferire con i farmaci, siano essi AVK o DOAC. Allo stato attuale, infatti, non disponiamo di studi scientifici sufficientemente approfonditi per ogni singola sostanza disponibile sul mercato e per le sue interazioni con le terapia anticoagulanti.

Il consiglio è quindi di utilizzare il buonsenso, limitando o eliminando il ricorso a certi prodotti. In ogni caso, è sempre utile parlarne con il proprio medico specialista, che saprà guidare il paziente nella direzione migliore per la sua condizione. Non basta infatti che un prodotto sia di origine “naturale” per far sì che sia anche innocuo.

Il portale Anticoagulazione.it riceve spesso domande su questo tema. Di seguito provo a rispondere alle più frequenti.


Soffro di mal di mare e devo affrontare un viaggio. Ho letto che un rimedio naturale anti-nausea è lo zenzero. Posso prenderlo senza che interferisca con il warfarin?

No, meglio evitare (mi riferisco ovviamente ad un utilizzo quotidiano come integratore alimentare, non saltuario come spezia per cucinare). Lo zenzero è una sostanza di origine vegetale, con potenziali, ma non noti, effetti biologici anche di possibile interazione con la terapia anticoagulante sia con warfarin, che con i nuovi anticoagulanti orali.

Mia nonna è una paziente di 79 anni in fibriallazione atriale in terapia con rivaroxaban, con grave osteoporosi che le ha comportato recentemente una deformazione a cuneo della D12. L’ortopedico che la segue le ha consigliato di assumere, oltre a quello che già prende, la vitamina K2, affermando che non interferisce con la coagulazione. Il suo medico curante e il suo farmacista di fiducia non sono dello stesso parere. Vorrei chiedere un vostro parere professionale in merito a possibili interazioni tra vitamina K2 e la terapia anticoagulante.

Gli integratori a base di vitamina K possono, in misura variabile, “interferire” con la coagulazione in quanto la vitamina K è il cofattore essenziale per la sintesi dei fattori II VII IX X e può quindi determinare un accorciamento del tempo di protrombina (PT) e una riduzione dell’INR. Tuttavia, il rivaroxaban ha un meccanismo di azione che non interessa questa via metabolica (inibitore diretto del fattore X attivato), pertanto non vi sono controindicazioni all’utilizzo di supplementi di vitamina K in concomitanza con l’assunzione di questo anticoagulante.

Ho 66 anni e dal 2015 soffro di fibrillazione atriale/flutter e prendo apixaban e flecainide. Ultimamente soffro di indolenzimento alle gambe, addirittura 3 volte mi si sono come paralizzate per un paio di minuti. In via precauzionale, ho sospeso il riso rosso di cui facevo uso, con la curcuma, per tenere sotto controllo il colesterolo. Mi sono sempre trovato bene con questi prodotti (la curcuma mi aiuta come antidolorifico) e mi spiacerebbe doverli sospendere. Vorrei sapere se possono essere responsabili di interazioni con la mia terapia.

La curcuma, così come altre sostanze di origine vegetale, ha un potenziale effetto farmacologico che tuttavia non è ben noto; alcuni studi condotti “in vitro”, per esempio, hanno dimostrato che altera l’attività della glicoproteina p, implicata nel metabolismo dei nuovi anticoagulanti orali. Pertanto, in assenza di dati sicuri, meglio evitare di assumere prodotti di origine vegetale insieme alla terapia anticoagulante, anche con i nuovi farmaci.

Un paziente in cura con i DOAC può prendere integratori a base di magnesio e potassio? E invece cosa può dirmi di sostanze come l’echinacea che uso per prepararmi alla stagione invernale?

Per quanto riguarda gli integratori di sali minerali come magnesio e potassio il loro uso è permesso in corso di terapia anticoagulante anche con i nuovi farmaci; infatti, non si tratta di sostanze dotate di un effetto farmacologico ma solo di supplementi. Attenzione invece all’utilizzo dei prodotti di erboristeria (come ad esempio l’echinacea citata) in quanto in questo caso si tratta di sostanze con un potenziale effetto farmacologico e non vi sono al momento evidenze circa le loro possibili interazioni metaboliche con i nuovi anticoagulanti orali… pertanto, meglio evitare!

Sono in terapia anticoagulante con warfarin e ogni sera bevo una tisana. Vorrei sapere se ci sono delle erbe da evitare e altre da preferire per non avere interazioni con l’anticoagulante. Faccio inoltre uso di fiori di Bach e anche in questo caso vorrei capire se ci sono possibile interazioni con la mia terapia.

Per tisane e infusi valgono le stesse precauzioni all’uso concomitante di anticoagulanti e composti di origine vegetale, che andrebbe evitato in quanto non è noto il contenuto in vitamina K di questi composti e, non trattandosi di farmaci sperimentati nell’ambito di studi clinici, non vi sono sufficienti evidenze sulla loro farmacocinetica e sui reali effetti biologici in vivo. Vi sono studi e case reports in letteratura riguardo ad alcune sostanze di origine vegetale (ad esempio il ginko biloba, una delle più studiate) che hanno confermato l’indicazione ad essere estremamente prudenti sul loro utilizzo insieme al warfarin in quanto sono stati riportati casi di sanguinamento maggiore.
Lo stesso ragionamento si può estendere ai fiori di Bach.
La raccomandazione vale anche per i nuovi anticoagulanti orali, di cui si hanno a disposizione ancora meno dati in quanto sono entrati da pochi anni nella pratica clinica e per i quali, al momento, non abbiamo nemmeno la disponibilità di un test di laboratorio validato che ne misuri la reale attività anticoagulante nel singolo paziente.