Ormai è stato dimostrato in ogni “salsa” che chi conduce una “dieta mediterranea” (a prevalente contenuto di olio d’oliva, verdura frutta, legumi, cerali integrali e pesce) si ammala meno di patologie cardiovascolari (come infarto e ictus) rispetto a chi conduce una dieta “occidentale” ricca di grassi animali e carni lavorate. Su questo abbiamo pochi dubbi, tanto è vero che le linee guida dell’American Heart Association sulla “prevenzione primaria della malattia cardiovascolare” danno indicazioni molto chiare a riguardo (1).

Lo stesso non può dirsi per il tromboembolismo venoso (TEV) “non provocato”, generalmente ritenuto quasi una ineluttabile fatalità poco influenzata dallo stile vita. Tuttavia, recenti dati epidemiologici americani suggeriscono che l’obesità possa contribuire al 30% degli episodi di TEV, la dieta “occidentale” all’11%, l’inattività fisica al 4% ed il fumo attivo al 3% (2).

Ma se il consumo di cibi ultra-processati può influire negativamente sul rischio di TEV, buone notizie arrivano invece dal versante della prevenzione “a tavola”.

Una ricerca svedese, condotta su una popolazione di oltre 60 000 persone di età superiore ai 45 anni, senza precedenti episodi di TEV o tumore e seguiti per circa 17 anni, ha riscontrato una significativa riduzione del rischio di sviluppare un primo episodio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in chi seguiva una dieta “salutare” (mDASH)  che privilegia frutta, verdure, noci, legumi, cereali integrali e latticini magri, rispetto a chi seguiva una dieta a più alto contenuto di carni processate e bevande zuccherate (3).

La dieta “anti-infiammatoria”

Non contenti di questo risultato, gli stessi ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, hanno testato su una popolazione ancora più ampia di 80 000 pazienti “di mezza età ed oltre”, seguiti sempre per circa 17 anni,  gli effetti di una dieta “anti infiammatoria”, individuata tramite un questionario validato (AIDI o anti-inflammator diet index) che si basa sulla presenza nella dieta di 12 cibi con proprietà anti-infiammatorie, tra i quali l’olio  d’oliva (oltre a frutta, verdura, noci, ecc.) e cinque cibi “infiammatori”, come la carne rossa, soprattutto se “processata”,  le patatine fritte e le bevande zuccherate (4).

La dieta con un elevato potenziale anti-infiammatorio, documentato da effetti su esami ematici come la proteina C reattiva (PCR), è risultata associata con una riduzione del rischio di TEV dell’8- 12%, in particolare nei soggetti fumatori o ex fumatori. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che la probabilità di sviluppare embolia polmonare diminuiva all’aumentare del consumo di frutta e verdura giornaliero, quantificando addirittura in una riduzione del 2% del rischio per ogni porzione “vegetale” in più (4).

Nonostante questa riduzione del rischio possa sembrare “bassa”, supporta, oltre al ruolo della dieta nella prevenzione del TEV, anche il ruolo dello stato infiammatorio nella patologia trombotica venosa, già evidenziato da altri ricercatori (5).

Ecco allora entrare in gioco gli effetti anti-infiammatori ed antiossidanti di un alimento “principe” della dieta mediterranea: l’olio extravergine d’oliva che, grazie al contenuto di sostanze come i polifenoli e la vitamina E, può contribuire in modo determinante alla riduzione dello stato infiammatorio cronico, come dimostrato dalla vasta ricerca italiana Moli-Sani, che ha incluso oltre 22 000 pazienti seguiti per 13 anni (6).

Una recente analisi dello stesso gruppo Moli-Sani ha documentato inoltre una riduzione della mortalità, per tumore, per patologia cardiovascolare e per tutte le cause nel gruppo di persone che assumevano quotidianamente maggiori quantità di olio d’oliva (3 cucchiai al ugiorno) rispetto a che ne assumeva meno (1,5 cucchiai), ma questo era vero solo per i pazienti non obesi (7). Come a dire …va bene l’olio d’oliva ma state comunque attenti alle calorie!

Leggi anche: “Stop alle verdure a foglia larga? No grazie!”

 

Bibliografia

  1. Arnett DK, Blumenthal RS, Albert MA, Buroker AB, Goldberger ZD, Hahn EJ, et al. 2019ACC/AHA Guideline on the Primary Prevention of Cardiovascular Disease: A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical PracticeGuidelines. Circulation. 2019;140:e596-e646.
  2. Folsom AR, Cushman M. Exploring Opportunities for Primary Prevention of Unprovoked Venous Thromboembolism: Ready for Prime Time? J Am Heart Assoc. 2020;9(23):e019395. doi:10.1161/JAHA.120.019395
  3. Yuan S, Bruzelius M, Hakansson N, Akesson A, Larsson SC. Lifestyle factors and venous thromboembolism in two cohort studies. Thromb Res. 2021;202:119-24.
  4. Yuan S, Bruzelius M, Damrauer SM, et al. Anti-inflammatory diet and venous thromboembolism: Two prospective cohort studiesNutr Metab Cardiovasc Dis. 2021;31(10):2831-2838. doi:10.1016/j.numecd.2021.06.021
  5. Kunutsor SK, Sameul S, Blom AW, Khunti K, JA L. Serum C-reactive protein increases the risk of venous thromboembolism: A prospective study and meta-analysis of published prospective evidence European Journal of Epidemiology. 2017 32:657-67.
  6. Bonaccio M, Pounis G, Cerletti C, et al. Mediterranean diet, dietary polyphenols and low grade inflammation: results from the MOLI-SANI study. Br J Clin Pharmacol. 2017;83(1):107-113. doi:10.1111/bcp.12924
  7. Ruggiero E, Di Castelnuovo A, Costanzo S, et al. Olive oil consumption is associated with lower cancer, cardiovascular and all-cause mortality among Italian adults: prospective results from the Moli-sani Study and analysis of potential biological mechanisms. Eur J Clin Nutr. 2024;78(8):684-693. doi:10.1038/s41430-024-01442-8