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La popolazione femminile è più a rischio rispetto a quella maschile in un rapporto di 5 a 1. Più della metà dei decessi causati da ictus avviene, infatti, nelle donne: fibrillazione atriale, ipertensione, emicrania con aura e depressione costituiscono fattori di rischio che sempre più spesso si presentano nel sesso femminile, così come alcune condizioni specifiche quali gravidanza, diabete gestazionale, variazioni ormonali, uso della pillola contraccettiva e terapie ormonali dopo la menopausa.

Anche le conseguenze di un ictus cerebrale risultano più severe nelle donne che negli uomini: le prime, infatti, presentano un maggior declino delle funzioni cognitive e un rischio più elevato di depressione post-ictus.

Una delle cause più frequenti dell’ictus cerebrale è rappresentato dalla fibrillazione atriale, un’alterazione del ritmo cardiaco che colpisce 1 milione di persone nel nostro Paese e si associa ad un rischio globale di incorrere in un ictus cerebrale 5 volte maggiore rispetto alla popolazione che non soffre di questa patologia. Il rischio aumenta in modo esponenziale con il progredire dellíetà, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di mortalità, disabilità ed inevitabilmente costi per il Sistema Sanitario Nazionale.

E’ necessario, poi, sottolineare che se alcuni dei fattori di rischio quali, ad esempio, sesso, età ed ereditarietà non sono modificabili e, quindi, non dipendono dal comportamento dell’individuo, altri fattori, come un’errata alimentazione, dislipidemia, fumo, ma anche abuso di alcool e sostanze stupefacenti, possono danneggiare le arterie in giovane età, predisponendo l’individuo a possibili attacchi ischemici.