L’International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH) dà delle indicazioni che riguardano i pazienti affetti da obesità, ma mette in luce la mancanza di sufficienti informazioni su molti aspetti (e farmaci). I risultati dello studio START2, relativi ai pazienti con estremi di peso (più di 120 Kg o meno di 50 Kg) in terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) o anti-vitamina K (AVK), hanno fornito dati rassicuranti (1). Tuttavia, particolare attenzione va riservata ai soggetti fortemente sottopeso, spesso affetti da altre importanti comorbidità ed ai pazienti con obesità severa non sufficientemente rappresentati negli studi clinici.
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Buongiorno, non ritengo corretto definire di default “sottopeso” o affetti da “magrezza estrema” i pazienti di peso< 50 kg, tantomeno quelli < 60 kg. Nella popolazione italiana non è raro trovare pazienti, soprattutto donne, di bassa statura, che pertanto possono essere di basso peso, ma non necessariamente "sottopeso".
dr.ssa Margherita Casartelli, Como
Gentilissima Dott.ssa,
grazie per il commento che ci permette di fare una precisazione.
Come giustamente lei sottolinea, la denominazione “sottopeso” dovrebbe essere riservata a soggetti con BMI<18,5 Kg/m2; pertanto, potrebbe apparire (e forse lo è) non appropriata per definire le non rare persone in perfetta salute con peso <50 Kg (che posso anche avere un BMI nella norma). Tuttavia, tale denominazione è stata mutuata dai grandi trial randomizzati controllati (di stampo anglosassone) che hanno portato all’approvazione dei farmaci, nei quali sono stati categorizzati come “underweight” soggetti di peso addirittura <60Kg (Rocca B et al. Antithrombotic therapy and body mass: an expert position paper of the ESC Working Group on Thrombosis. Eur Heart J. 2018 May 14;39(19):1672-1686f) nei quali, in base a precedenti studi di farmacocinetica e farmacodinamica, si temeva si sarebbero potuti verificare effetti avversi (di tipo emorragico). Infatti, per alcuni DOAC è prevista una riduzione del dosaggio < 60 Kg. La denominazione, quindi, ha il puro scopo di impiegare lo stesso linguaggio utilizzato negli studi clinici per capire a cosa ci stiamo riferendo. Ma la sua osservazione rimane perfettamente condivisibile. Un cordiale saluto. La Redazione