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La pressione arteriosa è ben nota per avere fluttuazioni a breve (per un periodo di 24 ore), medio (per un periodo di giorni) e lungo termine (settimane, mesi, stagioni e persino anni).

È stato ampiamente dimostrato che tali fluttuazioni, più che i valori assoluti della pressione arteriosa che rileviamo, svolgono un ruolo clinicamente importante nella progressione dei danni agli organi bersaglio (cuore, cervello, rene) e nella patogenesi degli eventi cardiovascolari. Mantenere un buon controllo della pressione arteriosa è pertanto uno dei principali obiettivi delle iniziative di prevenzione in ambito cardiovascolare. Ma non solo. Recentemente, i risultati di uno studio giapponese, pubblicato sull’importante rivista scientifica Circulation, hanno mostrato che eccessive fluttuazioni della pressione arteriosa durante la giornata possono danneggiare i neuroni, aumentando il rischio di demenza e anche di malattia di Alzheimer.

La ricerca ha incluso 1674 soggetti, di età ≥60 anni, dei quali sono stati registrati i valori di pressione arteriosa, misurata a domicilio 3 volte al giorno, e le loro fluttuazioni, per una mediana di 28 giorni. Durante il follow-up, 194 soggetti hanno sviluppato una demenza; di questi, 47 una demenza vascolare e 134 una demenza di Alzheimer. I risultati dell’analisi statistica hanno evidenziato come l’incidenza di demenza aumentasse in modo significativo proporzionalmente alle fluttuazioni della pressione arteriosa registrate.

Un altro buon motivo per controllare bene e spesso la pressione arteriosa: a casa, in farmacia e dal medico curante.

Bibliografia
Oishi E et al. Day-to-day blood pressure variability and risk of dementia in a general Japanese elderly population: The Hisayama Study. Circulation 2017; 136:516-525.