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Le domande in questa sezione sono tratte da lettere reali di pazienti. I nomi commerciali dei farmaci citati non rappresentano alcuna promozione positiva o negativa al loro utilizzo, in quanto prescrivibili unicamente dal medico.

Sono un medico. È possibile collaborare con il sito anticoagulazione?

Gentile Dottore, Lei è il benvenuto.
Segnalo la sua proposta al resto del Comitato di Redazione.
Sono bene accette tutte le proposte di collaborazione volte a incoraggiare una migliore comunicazione tra i vari professionisti coinvolti nel tema delle terapie anticoagulanti e antitrombotiche, a beneficio di una migliore terapia per i pazienti.
Ci scriva a info@anticoagulazione.it.

Sono un paziente e vorrei contribuire al sito per raccontare e condividere aneddoti e suggerimenti.

Certamente, la nostra rubrica “Vivere con l’anticoagulante” accoglie volentieri storie di pazienti e dei familiari dei pazienti che possono fornire spunti utili ad altre persone che si trovano ad affrontare la terapia per la prima volta.
Ci scriva a info@anticoagulazione.it.

Che cosa è la TAO?

La TAO – Terapia anticoagulante orale, viene prescritta per il trattamento di numerose condizioni tromboemboliche nelle patologie vascolari. E’ una terapia salvavita utilizzata in Italia da oltre 800.000 persone.

Che cosa è la fibrillazione atriale?
E’ un’alterazione del ritmo del cuore, l’atrio non riesce a contrarsi in modo efficace e ciò provoca dei movimenti vorticosi del sangue all’interno delle camere cardiache che possono favorire la formazione di trombi. Se un trombo si stacca e va in circolo può ostruire un vaso cerebrale provocando un ictus.
Il paziente in terapia con farmaci anticoagulanti deve seguire una dieta?

Non esiste una dieta specifica per il paziente in trattamento anticoagulante orale. L’indicazione è di seguire un regime alimentare equilibrato mantenendo costante l’apporto di frutta e vegetali, soprattutto quelli a foglia verde (spinaci, broccoli, cavoli, lattuga ecc) più ricchi di vitamina K (che riduce l’effetto degli anticoagulanti orali). Sono assolutamente da evitare le diete fai da te.

Che cosa è l'INR?

INR è l’acronimo di Rapporto Internazionale Normalizzato. Questo è l’intervallo terapeutico entro il quale deve essere mantenuto il paziente e varia da 2.0 a 3.0 nella scala INR. In parole semplici, questo significa che la dose efficace e sicura del farmaco deve essere tale da “scoagulare” il sangue del paziente da 2 a 3 volte rispetto a quello del sangue normale. Al di fuori di questo intervallo la terapia potrebbe non essere efficace e sicura.

Quali precauzioni generali devono seguire i pazienti in terapia anticoagulante?

Portare sempre con se un tesserino che indichi:

  • che si è in terapia anticoagulante, incluso il nome del farmaco;
  • in caso si utilizzi uno dei nuovi anticoagulanti orali occorre specificare oltre al nome del farmaco anche la dose e l’orario in cui si assume abitualmente il farmaco (una o due volte al dì);
  • il recapito telefonico di un famigliare;
  • il nome del medico curante.
Ho 76 anni. Un anno fa mi sono sottoposto ad un intervento di ablazione a causa di episodi di tachicardia. Durante l'intervento, durato sette ore, hanno dovuto farmi 3 cardioinversioni per la comparsa di fibrillazione atriale. Tengo a precisare che prima dell'intervento non ho mai sofferto di fibrillazione atriale. Il cardiologo mi ha prescritto il Pradaxa 150 mattino e sera, avvisandomi della probabile comparizione di episodi di F.A., da me non percepiti. Soffro di ernia iatale, dunque il Pradaxa mi ha procurato disturbi: il cardiologo mi ha quindi prescritto Xarelto 20 mg. Recentemente ho avuto un incidente per il quale ho dovuto subire una trasfusione d'urgenza. Le mie domande sono le seguenti: Considerato il rapporto tra rischio di emorragie e benefici devo proprio assumere questi farmaci? In queste dosi? Per Pradaxa esiste un antidoto da somministrarsi in caso di emorragie. E' meglio che continui ad assumere Pradaxa, anche se mi provoca disturbi? Perché devo prendere Xarelto 20 mg a stomaco pieno? Al mattino mangio pochissimo. Non potrei prenderlo a cena?

Sì, il farmaco Xarelto può prenderlo tutte le sere a cena. Se è stato prescritto evidentemente c’è l’indicazione a farlo e per questo si deve affidare al suo cardiologo di fiducia. Non tornerei a Pradaxa dato che Le dà disturbi. Non si preoccupi per l’antidoto che viene usato in casi sporadici per emergenze in ospedale.

Da 10 mesi sono in cura con Coumadin per una fibrillazione atriale. Recentemente mi è stato comunicato che si tratta di sinusale causata da problemi di stomaco e stress. Quando dovrò smettere di assumere Coumadin?

La valutazione della durata della terapia si basa su diverse informazioni, non solo sul fatto che il ritmo cardiaco sia tornato normale, cioè sinusale. Queste informazioni possono includere la durata dell’aritmia (se pochi giorni o mesi), se si è trattato di un primo episodio o se vi sono stati altri episodi in passato, se vi sono fattori di rischio associati (pressione alta, diabete, età avanzata…), se il cuore presenta alterazioni strutturali o meno. In generale la tendenza è di proseguire la terapia con il Coumadin perchè è possibile che la fibrillazione atriale torni, anche senza dare sintomi. Ovviamente è fondamentale confrontarsi con il proprio medico, che conosce tutte le informazioni necessarie per decidere.

Soffro di trombofilia, dunque eseguo controlli continui di routine legati all'assunzione del farmaco che mi prescrive l'ematologo. Ho diritto all'esenzione ticket per malattia? Come faccio a farmela riconoscere?

Esiste l’esenzione per patologia relativa alle trombosi venose profonde (codice C02) e all’embolia polmonare (B02) che deve rilasciare il medico specialista. Naturalmente l’esenzione copre solo alcuni esami e visite, ne parli con il suo medico di riferimento anche perché potrebbero esistere delle differenze regionali.

Mio fratello, all'età di 30 anni, ha avuto un ictus cerebellare. Segue terapia con Coumadin. Esiste un farmaco meno invasivo che sostituisca il Coumadin?

Credo che un paziente in terapia con warfarin o acenocumarolo che chiede di passare ad un anticoagulante orale diretto debba essere valutato in base ai seguenti punti:

  • qual’è l’indicazione alla terapia (es. se ha una protesi valvolare meccanica è escluso);
  • qual’è il motivo per cui desidera cambiare farmaco (es. oggettiva difficoltà ai controlli INR);
  • qual’è la qualità del controllo INR (es. se ha valori sempre in range terapeutico è giusto spiegargli che verosimilmente non avrà vantaggi in termini di efficacia e sicurezza, al contrario se fatica a rimanere nel range terapeutico nonostante una buona compliance potrebbe avere chiari vantaggi);
  • quali sono le possibili controindicazioni alla prescrizione del NAO (es. insufficienza renale severa).

La risposta al paziente dipende da tutte queste variabili e in genere include i vari aspetti di cui il paziente deve essere informato. A volte sono alla fine contenti di rimanere con la terapia in corso, o devono accettare l’assenza di indicazione a cambiare, altre volte sono molto motivati a confermare la loro richiesta di cambiare.

Si può sospendere il NAO due giorni prima di una estrazione dentaria, e riprenderla la sera stessa dell'estrazione, ammettendo che l'INR misurato due giorni prima sia nel range terapeutico come suggerito dal Prof. Palareti in un articolo del 2001?

L’estrazione dentale è una di quelle procedure a basso rischio emorragico per cui non è necessario sospendere la terapia anticoagulante orale se entro il range terapeutico ed è sufficiente provvedere ad una adeguata emostasi locale (es. colla di fibrina). Per questo motivo, nel caso fosse esplicitamente richiesta una breve sospensione al fine di eseguire la procedura, ritengo possa andare bene anche quanto da lei proposto.
Idealmente è bene non prendere il NAO la mattina dell’intervento odontoiatrico ma certamente 24 ore prima sì. Due ore dopo l’intervento odontoiatrico si può riprendere con la terapia anticoagulante orale.
Per i pazienti in terapia con AVK, è bene controllare che l’INR sia tra 2.0 e 3.0. Un INR superiore a 3.0 può far sanguinare. E quindi l’INR va eseguito la mattina dell’intervento odontoiatrico ed eventualmente corretto.
Al contrario, se si trattasse di una manovra più invasiva come l’estrazione di radici dalle arcate dentarie con incisione associato ad alto rischio cardioembolico, è preferibile che l’INR fosse mantenuto a 2.0 e riportato a 2.5-3.5 nei giorni successivi. In questo caso la misurazione dell’INR deve avvenire 2-3 giorni prima dell’intervento in modo da aggiustare la dose in maniera appropriata.

Sono i terapia da due mesi con NAO. Quali esami specifici devo fare? Basta il controllo della funzionalità renale?

La terapia con NAO non prevede di eseguire di routine accertamenti specifici per il livello di anticoagulazione raggiunto con il farmaco, in quanto la dose è stabile e costante. Questi accertamenti specifici si rendono necessari in particolari circostanze, ma non routinariamente. È indispensabile la giusta indicazione clinica per il farmaco, che sicuramente le sarà stata garantita al momento della iniziale prescrizione; sono necessari inoltre accertamenti iniziali e periodici (inclusa la funzionalità renale). In conclusione, esami specifici non sono necessari nella conduzione quotidiana della terapia.

È conveniente usare l'aspirina nella iperomocisteinemia superiore a 40?

Non c’è alcuna indicazione all’uso dell’aspirina in prevenzione primaria, sulla base di valori aumentati di omocisteinemia.
Quindi la risposta alla sua domanda è: no.

Mio figlio di 6 anni è stato operato appena nato per una cardiopatia congenita. Ha avuto come conseguenza post-operatoria una trombosi venosa profonda sull’iliaca dovuta al catetere venoso centrale. Si ricanalizzó dopo 3 mesi e varie cure anticoagulanti. Oggi purtroppo la sua gambina è più grande dell’altra di ben 6 cm sono 2 anni che facciamo visite ma senza esito in quanto non abbiamo trovato nessuno che possa dirci effettivamente ciò che sta avvenendo adesso a questa gamba. Qualcuno ha visito questa esperienza? C’è qualche chirurgo vascolare pediatrico a vuoi possiamo rivolgerci?

Purtroppo la trombosi conseguente al posizionamento di un catetere venoso nella vena iliaca è una complicanza frequente nel neonato. E’ un dato positivo che il vaso si sia ricanalizzato con la terapia anticoagulante; la differenza tra i due arti inferiori (probabilmente nella circonferenza) è però indice di un persistente disturbo di scarico dell’arto interessato, che contrasta con la ricanalizzazione completa del vaso (o dei vasi) interessato/i. Servirebbe innanzi tutto una indagine radiologica mirata a visualizzare l’assetto dei vasi dell’arto (flebografia, angio TC o angio RM) per capire l’origine della stasi venosa evidentemente ancora presente. Non crediamo che possa esservi indicazione a un intervento chirurgico, e non esistono centri specializzati in chirurgia vascolare pediatrica, ma diverse equipe nei maggiori ospedali pediatrici che si occupano di malformazioni vascolari. Potreste sentire un grosso centro di angiologia che segua prevalentemente adulti, dato che le tecnologie si applicano al bambino estrapolando la pratica dall’adulto.

Sono una signora di 65 anni e sto assumendo edoxaban da un anno. Le mie condizioni fisiche sono ottime ma sto verificando una notevole perdita di capelli. Può dipendere dalla terapia? Il mio cardiologo afferma di no.

Gli anticoagulanti tradizionali quali eparina e coumarinici possono causare un aumento della perdita dei capelli, come segnalato in letteratura.
I farmaci anticoagulanti ad azione diretta (NAO) sono stati recentemente introdotti nella pratica clinica e le informazioni disponibili sono ancora limitate. Ad oggi, l’organizzazione mondiale della sanità (WHO) riporta un associazione tra l’aumento della caduta di capelli (e l’alopecia) con l’assunzione dei primi tre NAO impiegati (dabigatran, rivaroxaban e apixaban) ma ancora nessun rilievo per edoxaban. In considerazione di ciò non si può comunque escludere un’associazione casuale tra un aumento della perdita di capelli e l’assunzione di edoxaban.
Pertanto, anche se tale effetto collaterale non è segnalato negli studi registrativi, in base alle segnalazioni riportate nella pratica clinica e dai registri osservazionali, è prudente considerare come possibile l’associazione causale tra terapia anticoagulante con i NAO e l’aumento della perdita di capelli.
E’ importante che il suo specialista effettui questa segnalazione agli organi di farmacovigilanza nazionali preposti.

Sono appena stata sottoposta ad operazione per eliminare alluce valgo, e da 7 giorni sto effettuando le punture di eparina. Da 2 giorni mi fa male il polpaccio della gamba operata, vuol dire che non sto somministrando bene l'eparina?

Non sappiamo come lei effettui le punture, ma riteniamo improbabile che le modalità di somministrazione dell’eparina siano causa di quanto riferisce.
Piuttosto se il dolore al polpaccio persiste o se è accompagnato da gonfiore e variazione della temperatura, sarebbe meglio che si facesse vedere dal medico, possibilmente uno specialista, al fine di escludere la presenza di una trombosi profonda.

Sono alla 19 settimana di gestazione. Per poliabortività (2 aborti dopo i 40 anni) mi è stato prescritto un test di screening per trombofilia che comprendeva la mutazione MTHFR C677T per cui sono risultata eterozigote. Ho letto che ci sono pareri discordanti sull'utilità di eseguire anche il dosaggio dell'omocisteina. In considerazione della gravidanza, diabete gestazionale, familiarità per eventi ischemici ma solo in età avanzata, quali sono le vostre indicazioni in merito?

I risultati di diversi studi, analizzati congiuntamente tramite meta-analisi, non hanno evidenziato un rischio aumentato di aborti ricorrenti in pazienti portatrici della mutazione C677T (anche allo stato omozigote) e della mutazione A1298C del MTHFR. Per tale motivo, diverse società scientifiche di genetica medica e di ginecologia ed ostetricia non raccomandano la ricerca di tali mutazioni per la valutazione di pazienti con aborti ricorrenti.
Per quanto concerne l’omocisteinemia, valori elevati sono stati descritti in donne gravide che abbiano sviluppato pre-eclampsia, distacco di placenta o aborti ricorrenti. Tuttavia, ci sono dati contrastanti riguardo l’associazione tra omocisteinemia aumentata e aborti ricorrenti. E’ plausibile che l’iperomocisteinemia sia una conseguenza, piuttosto che una causa, degli aborti ricorrenti. Pertanto, anche il dosaggio dell’iperomocisteinemia non viene consigliato dalle società scientifiche di ginecologia ed ostetricia per la valutazione degli aborti ricorrenti.
Infine, in accordo con le evidenze più significative, l’associazione tra eventi ischemici ed iperomocisteinemia è da considerarsi debole ed un collegamento causale tra l’iperomocisteinemia e le patologie su base aterosclerotica non è stato pienamente stabilito. Peraltro, molti studi clinici di intervento non hanno evidenziato un beneficio sulla riduzione di patologie cardiovascolari legato all’abbassamento dell’omocisteinemia tramite supplementazione di vitamine del gruppo B, con l’eccezione di un piccola differenza sul rischio di ictus. Pertanto, considerata la sua storia famigliare di eventi ischemici in età avanzata, non è indicato il dosaggio dell’omocisteinemia a tale scopo.

Mio nipote ha avuto una trombosi profonda, ha passato due giorni in medicina d'urgenza. Ora è a casa in terapia anticoagulante e vorrei sapere se e quando potrà riprendere l'attività sportiva e se potrà riprendere i viaggi aerei.

I quesiti da lei sollevati sono molto importanti. E’ fondamentale che la terapia anticoagulante sia ben condotta soprattutto nella fase iniziale del trattamento.
Rispetto alle sue domande, premesso che ritengo indispensabile che il paziente si rivolga direttamente al Centro o allo specialista che lo segue, in generale posso risponderle che: 1. in trattamento anticoagulante è sconsigliata attività sportiva a rischio di traumi e cadute. In generale l’attività può essere ripresa dopo stabilizzazione della malattia, cioè dopo circa un mese sempre su indicazione del medico, dopo valutazione clinica del paziente. 2. non vi sono controindicazioni ai voli aerei di per sé. E’ importante che il paziente sia in fase di stabilizzazione della malattia tromboembolica. Nei voli di lunga durata si raccomanda : mobilizzazione frequente, abbondante idratazione e l’uso di calze elastiche.
È comunque indispensabile che il paziente abbia un riferimento specialistico.

Quali mutazioni genetiche devo tenere sotto controllo?

Si tratta di alterazioni della coagulazione del sangue (congenite ed ereditarie, oppure acquisite) che costituiscono un fattore di rischio per patologie trombotiche, più spesso venose. Alcune alterazioni sono molto rare (riduzione del livello di Antitrombina, o di Proteina C o di Proteina S), ma si accompagnano ad un rischio clinico di tutto rilievo. Altre sono molto frequenti nella popolazione generale (mutazione del Fattore V Leiden e mutazione del Fattore II o protrombina), ma si associano ad un rischio clinico molto più ridotto. Nei laboratori clinici possono essere effettuate numerose altre indagini per alterazioni genetiche. Tuttavia, non vi è alcuna dimostrazione del rischio clinico associato alla presenza di queste mutazioni. In particolare, la mutazione dell’enzima MTHFR, estremamente frequente nella popolazione generale, non risulta associata ad un vero rischio clinico, di trombosi o altro. Questo enzima è coinvolto nel metabolismo dell’omocisteina (un aminoacido che se presente con alti livelli nel sangue viene ritenuto un fattore di rischio vascolare). Piuttosto che ricercare la mutazione dello MTHFR è più consigliabile misurare direttamente il livello ematico di omocisteina; in caso di livelli aumentati possono essere effettuate le terapie appropriate a base di acido folico, vitamine del complesso B e dieta a preferenza vegetale.

Dopo il parto cesareo l'iniezione di eparina può essere effettuata a livello addominale?

Dopo il parto cesareo, si effettua l’iniezione di eparina lontano dalla ferita chirurgica. Meglio nella coscia.

Ho avuto una trombosi venosa profonda e sono in trattamento con edoxaban. Ho notato che durante i mesi estivi mi si formano più lividi: è normale?

Sì, è normale: in terapia anticoagulante, le temperature elevate causano la dilatazione delle vene i capillari diventano più fragili, causando ecchimosi.

In seguito ad un piccolo incidente stradale mi è venuto un ematoma sullo stinco della gamba destra, oggetto di trombosi circa 10 anni fa, per la quale ancora porto un gambaletto sanitario di classe 2. Devo continuare ad indossarlo? Esiste una crema che aiuti a far riassorbire l'ematoma?

Il rimedio locale migliore in caso di ematomi post traumatici è il ghiaccio. Per quanto riguarda le pomate, in commercio vi sono svariati prodotti che contengono, tra i principi attivi, anche estratti vegetali di cui non conosciamo l’effettiva interazione con il Coumadin. Tuttavia, se usate su piccole superfici corporee e con moderazione è lecito pensare che la quota assorbita a livello sistemico sia trascurabile. Informi comunque il suo medico di base (o del centro TAO) dei prodotti che sta assumendo.

Cosa devo fare se mi dimentico di prendere Coumadin?

Nel caso in cui si accorge di avere dimenticato l’abituale assunzione di Coumadin a distanza di alcune ore, può senza dubbio prenderla regolarmente. Se ne accorgesse solo il giorno seguente, prosegua lo schema abituale. Qualora il valore di INR dell’ultimo controllo fosse stato un po’ basso, può aumentare la dose di quel giorno di circa una metà (ad esempio 3/4 di cp o 1 intera se abitualmente ne prende mezza). Se non si sente tranquillo, le consiglio comunque di anticipare il controllo INR successivo.

Sono un medico. Volendo eseguire una valutazione di una eventuale trombofilia, quali esami di primo livello devo eseguire?

Gli accertamenti per trombofilia oggi validati sono i seguenti:
dosaggio di antitrombina, di proteina C, di proteina S;
ricerca delle seguenti mutazioni: Fattore V Leiden, mutazione del fattore II;
ricerca del fenomeno LAC, dosaggio degli anticorpi antifosfolipidi: anticardiolipina e anti-beta2-glicoproteina1.

Cosa sono le alterazioni trombofiliche?

Si tratta di alterazioni della coagulazione del sangue (congenite ed ereditarie, oppure acquisite) che costituiscono un fattore di rischio per patologie trombotiche, più spesso venose.
Alcune alterazioni sono molto rare (riduzione del livello di Antitrombina, o di Proteina C o di Proteina S), ma si accompagnano ad un rischio clinico di tutto rilievo. Altre sono molto frequenti nella popolazione generale (mutazione del Fattore V Leiden e mutazione del Fattore II o protrombina), ma si associano ad un rischio clinico molto più ridotto. Nei laboratori clinici possono essere effettuate numerose altre indagini per alterazioni genetiche.
Tuttavia, non vi è alcuna dimostrazione del rischio clinico associato alla presenza di queste mutazioni. In particolare, la mutazione dell’enzima MTHFR, estremamente frequente nella popolazione generale, non risulta associata ad un vero rischio clinico, di trombosi o altro. Questo enzima è coinvolto nel metabolismo dell’omocisteina (un aminoacido che se presente con alti livelli nel sangue viene ritenuto un fattore di rischio vascolare).
Piuttosto che ricercare la mutazione dello MTHFR è più consigliabile misurare direttamente il livello ematico di omocisteina; in caso di livelli aumentati possono essere effettuate le terapie appropriate a base di acido folico, vitamine del complesso B e dieta a preferenza vegetale.

Ho 47 anni e prendo rivaroxaban per un trombo alla vena portale del fegato. Vista l'età e la patologia vorrei evitare una gravidanza, ma non mi sento sicura con il solo solo utilizzo dei profilattici. Cosa posso fare?

Poiché assume un anticoagulante, in linea di principio potrebbe associare se lo desidera o lo ritiene necessario un metodo contraccettivo ormonale – che sia una pillola o un dispositivo intrauterino medicato – se assumiamo un anticoagulante e per qualche ragione dobbiamo o vogliamo assumere un contraccettivo, la terapia anticoagulante “ci copre” dal rischio tromboembolico. Le consigliamo di discutere questa scelta con un esperto di Centro Trombosi.

I NAO rendono sterili?

Assolutamente NO! Nemmeno temporaneamente.

Sotto consiglio del mio medico, ho fatto il vaccino antinfluenzale. Dopo due giorni ho avuto epistassi e un po' di squilibrio di pressione. Può esserci correlazione con la fibrillazione atriale?

il vaccino antinfluenzale deve essere raccomandato indipendentemente dalla terapia anticoagulante eventualmente in corso. Non c’è controindicazione con la terapia anticoagulante. I disturbi da lei riferiti non sono rilevanti clinicamente e non è affatto detto che debbano per forza essere ricondotti alla vaccinazione.

Ho il D-dimero con valori a 512/200. Devo preoccuparmi?

La valutazione del D-dimero da sola non consente di trarre conclusioni definitive sullo stato di salute. Come tutti gli esami del sangue, deve essere valutato in un contesto molto più ampio, tenendo conto di molte altre informazioni di carattere clinico, che devono essere valutate dallo specialista competente. In altre parole, non è sempre possibile fare diagnosi solo sulla base del fatto che un parametro di laboratorio sia normale o patologico.

Vorrei sottopormi ad un intervento di rinosettoplastica. Assumo Coumadin per trombosi venosa cerebrale e i valori dell'INR sono sempre costanti e nel range. A quali rischi vado incontro?

L’intervento di rinosettoplastica richiede la sospensione del Coumadin, trattandosi di una chirurgia di elezione, cioè invasiva e quindi a rischio per i pazienti in terapia con anticoagulanti orali.
Le consiglio di programmarla per quando avrà terminato il suo periodo di trattamento con Coumadin, che di solito per le trombosi dei seni cerebrali è di 6-12 mesi. Tuttavia, se ci fossero condizioni per cui nel suo caso è indicata una terapia a lungo termine, programmi la chirurgia non prima di 6-12 mesi dalla trombosi. Quindi dovrà sospendere il Coumadin 5 giorni prima della chirurgia e farsi aiutare dal suo specialista di riferimento per effettuare un trattamento ponte con eparina nel periodo perioperatorio (prima e dopo l’intervento).

La mia nipotina di quasi 12 anni è ingessata da inguine al piede a causa della frattura scomposta della tibia. Alla dimissione è stata prescritta terapia con enoxaparina da seguire per 30 giorni. La piccola è magrissima e molto sportiva, fare anche piccole iniezioni sulla pancia risulta davvero difficile per poca pelle e molto tesa... sono davvero necessarie? Anche i medici alla dimissione erano in dubbio se prescriverle o meno.

La prescrizione di profilassi antitrombotica negli adolescenti in caso di procedure ortopediche o chirurgiche è in effetti un problema molto dibattuto.
Una comune interpretazione è di prescrivere la profilassi farmacologica quando da bambini diventano appunto adolescenti, cioè quando cominciano a comparire i primi segnali di maturazione sessuale (nel caso della femmina ingrandimento dell’areola mammaria, iniziale turgore della mammella, comparsa di peluria al pube).
Altra condizione che potrebbe deporre a favore della prescrizione della tromboprofilassi è la presenza di trombofilia congenita od acquisita sia clinica (storia familiare di eventi trombotici venosi in età inferiore a 45 aa) che di laboratorio.

Ormai è passato un anno da quando ho avuto un episodio di trombosi cerebrale. Sto continuando a fare la fisioterapia però mi sento ancora molto rigido. Quando recupererò totalmente?

L’esito delle trombosi venose cerebrali può essere molto variable. È frequentemente valutato utilizzando la scala Rankin modificata: si va dall’assenza di disabilità (cioè il paziente è comunque in grado di svolgere autonomamente le attività abituali precedenti, seppure possano esserci sintomi di dolore o di fastidio), alla presenza di disabilità lieve (necessità di aiuto nelle attività complesse), moderata (necessità di aiuto nelle attività della vita quotidiana), moderatamente grave (incapace di camminare senza aiuto) o grave (costretto a letto). La maggior parte dei pazienti con trombosi venose cerebrali si riprende completamente o con minima disabilità residua. Tuttavia, ci possono essere situazioni (ad esempio età avanzata, trombosi delle vene cerebrali profonde, presenza di emorragia cerebrale all’esordio) in cui la ripresa è più lenta o in cui il paziente rimane dipendente da altri nelle attività della vita quotidiana. Valuterei con il suo fisiatra e fisioterapista i progressi occorsi in questi mesi e il programma di lavoro successivo.

Una paziente ha dimenticato di prendere Lixiana per un giorno intero. Che succede?

Se sono passate poche ore dal momento in cui il paziente doveva prendere il farmaco, può assumerlo immediatamente, altrimenti è meglio prende il farmaco il giorno dopo, secondo la prescrizione del piano terapeutico. L’importante è non prendere una dose doppia nello stesso giorno per compensare alla dimenticanza.
Non si può prevedere un rischio ben preciso, è importante prò non saltare mai una dose di farmaco perchè la dimenticanza può aumentare il rischio di avere un evento trombotico.

Posso usare il coagulometro Point of Care per misurare l'attività dei NAO?

Al momento i POC in commercio non sono utilizzabili per valutare la presenza di NAO, il loro uso è specifico per la valutazione del INR in pazienti in trattamento con farmaci anti Vitamina K.

Mio padre è in dialisi da 6 anni, ha sempre sofferto di prurito ma ultimamente è sempre andato ad aumentare tanto da avere dei veri e propri attacchi violenti, potrebbe essere il coumadin a scatenare il prurito? I medici non ne vengono a capo, e come ultima soluzione gli somministrano il cortisone.

Il prurito è uno dei sintomi dermatologici più frequenti in corso di insufficienza renale cronica, con una incidenza estremamente variabile nelle diverse casistiche. Attualmente la percentuale negli anni è incrementata per il prolungamento della vita dei pazienti mediante le metodiche dialitiche. Non tutti i pazienti si comportano alla stessa maniera, certe volte il prurito è legato alle sedute dialitiche ed alla loro durata.
Il primo elemento da considerare in un paziente dializzato con prurito è l’aumento del paratormone: è stato indicato come il meccanismo patogenetico più comune nei pazienti con insufficienza renale cronica. Tanto che spesso, dopo l’exeresi delle paratiroidi, si è notato in questi pazienti una notevole riduzione del sintomo. Sfortunatamente anche a fronte di un equilibrio calcio-fosforo adeguato spesso il prurito non migliora.

Assumo da più di un anno, per scelta personale, vitamina D3. Ho letto che si consiglia di assumere in contemporanea alla vitaminad D anche dosi di vitamina K, al fine di migliorare l'utilizzo della D nel metabolismo del calcio, evitando spiacevoli conseguenze di eventuali calcificazioni a livello di apparato circolatorio. È consigliabile l'assunzione di questa vitamina K per un soggetto non più in trattamento con anticoagulanti?

Sconsigliamo sempre il fai da te.
Per quanto riguarda l’indicazione all’uso di vitamina D deve parlarne con un endocrinologo, non si tratta di aspetti di nostra competenza – qualora fosse ritenuto necessario l’uso di vitamina K, non ci sono controindicazioni in pazienti che abbiano assunto anticoagulanti in precedenza.

Posso assumere saltuariamente l'antistaminico Kestine?

Sì, può utilizzare l’antistaminico indicato anche durante la terapia NAO.

Soffro di endometriosi e sto assumendo anticoagulanti per un trombosi. Cosa posso assumere per trattare l'endometriosi, che è dolorosa?

Può assumere gli ormoni per la cura dell’endometriosi, dato che si prendere in corso di terapia anticoagulante. Il rischio di trombosi associato alla terapia ormonale è neutralizzato della terapia anticoagulante. L’importante è prenderla sempre correttamente.

A causa di un problema di osteoporosi, il fisiatra mi ha consigliato di prendere un integratore di vitamina K2. Posso?

la vitamina K interferisce con la farmacocinetica e farmacodinamica degli anticoagulanti con effetto sulla cascata coagulativa.
La vitamina K2 è contenuta in alcuni alimenti, ma viene prodotta anche nell’intestino. La necessità di potenziare il suo apporto mediante integratori è una decsione medica, che deve essere presa considerando le condizioni generali del paziente, altre terapie ecc. Quindi non prenda integratori o simili di propria iniziativa senza prima concordare con il Medico di medicina generale o il cardiologo curante. Se necessari, questi integratori devono essere presi sotto controllo medico. Oltre al fisiatra consulti il suo medico curante o il suo centro trombosi di riferimento.

Dal 1993 mi è stata diagnosticata la sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS). Oggi le analisi sono risultate negative. Quindi domando: si può guarire? Ora lo specialista vuole farmi passare da warfarin a NAO. I NAO sono compatibili con l'APS?

L’APS è cronica, quindi non si può parlare di guarigione – anche se i titoli anticorpali variano. Infatti, il titolo anticorpale può variare nel tempo e i risultati possono essere variabili anche tra laboratori diversi. Mentre il warfarin risulta superiore ai NAO in pazienti che hanno un profilo anticorpale triplo positivo (cioè positività per tutti e tre: LAC, anticorpi anticardiolipina, anticorpi anti-beta2- glicoproteina I), e maggiormente in quelli che hanno avuto eventi arteriosi, l’efficacia dei NAO (rispetto al coumadin) non è ben definita in altri casi. Eventuali variazioni in terapia dipendono da numerosi fattori e sicuramente deve essere considerato dopo attenta valutazione del caso specifico da parte del medico specialista.

Perché la proteina Spike introdotta dai vaccini a mRNA non produce gli stessi danni endoteliali di quella del virus SARS-CoV-2?

Numerosi lavori hanno valutato gli effetti della proteina Spike introdotta con la vaccinazione. Innanzitutto bisogna considerare le differenze tra l’infezione naturale e la vaccinazione. Nell’infezione il virus, che entra nell’organismo attraverso le vie aeree, infetta le cellule che le rivestono e si moltiplica al loro interno in grandi quantità che successivamente si riversano nel circolo sanguigno e si distribuiscono in tutti gli organi. Si stima che al picco dell’infezione vi sia nell’organismo una quantità di particelle virali compresa tra 1 e 100 miliardi. Queste numerose copie di Spike, legandosi al recettore ACE2 determinano il danno alle pareti endoteliali, come appunto descritto nel lavoro. I vaccini, a differenza, sono somministrati nel muscolo deltoide; per la maggior parte, attraverso i vasi linfatici, raggiungeranno i linfonodi dove innescheranno la risposta immunitaria; una quota entrerà nelle cellule muscolari che a loro volta produrranno la proteina e la esporranno sulla loro membrana. Pertanto la proteina Spike non viene liberata in circolo, se non in piccolissima parte. Recentemente alcuni ricercatori sono riusciti ad identificare la proteina Spike nel sangue di soggetti vaccinati (con vaccino a mRNA Moderna) e hanno evidenziato che dopo 14 giorni dalla prima dose, quando si è ormai attivata la risposta immunitaria, le tracce di proteina scompaiono e non compaiono più dopo la seconda dose. Nell’infezione naturale, invece, l’organismo non riesce ad eliminare in tempi brevi la grande quantità di particelle virali in circolo che possono persistere nell’organismo, in alcuni casi, anche per mesi.

Ho avuto una TVS. Vorrei sapere come usare le calze elastiche (24 ore su 24, solo di giorno, solo di notte, ad entrambe le gambe anche se ho avuta la TVS solo a sinistra?) e se camminare mezz'ora al giorno (in costanza di cura con eparina, a 10 gg dall'episodio) sia consigliabile o è troppo?

La calza elastica compressiva (K1 o K2) va utilizzata durante il giorno (indossata al mattino e rimossa alla sera), anche durante la normale attività motoria (i 30 minuti al giorno di camminata vanno benissimo). In questo differisce dalla calza elastica comunemente chiamata “anti trombo” (quella “bianca” che ci viene consigliata nel caso, ad esempio, di un intervento chirurgico) che va utilizzata anche la notte.
Generalmente, la sindrome varicosa interessa entrambi gli arti (anche se solo uno è andato incontro alla trombosi venosa superficiale) ed è per questo che spesso viene consigliato di indossare la calza elastica su tutte e due le gambe (anche se per quella che ha avuto il problema è obbligatorio)

Assumo Eliquis, posso prendere un integratore contenente la Boswellia per contrastare dolori al pavimento pelvico?

I dati riguardo la Boswellia sono scarsi a causa del fatto che, essendo un “integratore” è soggetto alla legislazione sugli alimenti e non sui farmaci (quindi non è stato testato per le specifiche interazioni farmacologiche prima dell’immissione in commercio). Tuttavia i risultati di alcuni studi depongono per un possibile potenziamento dell’azione anticoagulante dei farmaci come apixaban e quindi per un aumento del rischio emorragico.
Per tale ragione effettivamente sarebbe meglio evitare l’assunzione di questo composto. Purtroppo, per la carenza di studi clinici (non richiesti per l’immissione in commercio degli integratori), è molto difficile individuare integratori a base di erbe considerati “sicuri ” con la concomitante assunzione di anticoagulanti e, in generale, ne viene sconsigliato l’utilizzo.