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A dirlo i risultati di uno studio sull’uso di AVK in pazienti con fibrillazione atriale. I risultati ottimali si ottengono se il tempo trascorso nel range terapeutico è superiore al 70%.

Ricercatori di un importante Centro Clinico di Roma hanno recentemente pubblicato importanti risultati che mettono in relazione la qualità della terapia anticoagulante effettuata con AVK in pazienti con FA e la comparsa di eventi cardiovascolari. Oltre 1300 pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare, che avevano iniziato la terapia anticoagulante con AVK presso il Centro, sono stati seguiti nel tempo con un follow-up medio di 37,7 mesi, per un totale di oltre 4200 anni-paziente.

In questo studio prospettico, sono stati registrati gli eventi cardiovascolari ed è stata calcolata per ciascun paziente la percentuale di tempo in cui l’INR è stato nel range terapeutico (TTR). In questo modo è stato possibile calcolare la percentuale di pazienti nei quali:

a) il TTR è stato stabilmente ad alti valori di qualità (=> 70%; 18,7% dei pazienti);
b) vi è stato un peggioramento del TTR, da sopra a sotto il 70% (19,6% dei pazienti);
c) si è registrato un miglioramento del TTR, da sotto a sopra il 70% (20,1%); e infine d) hanno fatto registrare un persistente e non ottimale valore di TTR (< 70%, 42,3%).

L’analisi della comparsa di eventi cardiovascolari ha dimostrato una loro significativa più elevata incidenza (p= 0,013) nei pazienti dei gruppi b) e d).

In conclusione, lo studio conferma che un ottimo livello di TTR (70% o oltre) si associa ad un basso rischio di eventi cardiovascolari, che sono invece più frequenti quando il TTR si abbassa temporaneamente o è persistentemente basso.


Bibliografia

  • Pastori D, Pignatelli P, Cribari F, et al. Time to therapeutic range (TtTR), anticoagulation control, and cardiovascular events in vitamin K antagonists-naive patients with atrial fibrillation. Am Heart J 2018; 200: 32-6.