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Gent.mo Prof. Palareti,

se dovessimo fare la sinossi di quanto trattato nella due giorni del Convegno “Anticoagulazione: attualità cliniche, di laboratorio e aspetti sociali”, dello scorso gennaio, anche se l’argomento può ricondursi ad uno solo, non sarebbero sufficienti le pagine di un quaderno. Ci consenta tuttavia di sottolineare un aspetto che ci ha favorevolmente colpito. Il coinvolgimento dei pazienti in terapia anticoagulante è stato diretto, cioè non formale come più volte è capitato nei precedenti Convegni.

Non per niente il tema volgeva sugli aspetti delle attualità cliniche, di laboratorio e aspetti sociali, ed in particolare sulle necessità sanitarie, con aspetti “routinari e non”, per una migliore qualità sanitaria. Quest’ultimo concetto “qualità sanitaria” riteniamo sia stato il motivo conduttore del congresso.

Lei infatti ha più volte ribadito il concetto “la richiesta del paziente” deve essere unicamente “vogliamo una sanità di qualità“, senza scendere nelle problematiche dei Centri di Sorveglianza (negli aspetti della logistica e/o del Personale sanitario) ma pretendendo che la risposta ai bisogni dei pazienti sia di qualità.

Per quanto, inoltre, negli ultimi tempi, si sta diffondendo il concetto della revisione delle spese sanitarie, risulta evidente la volontà di far chiudere i suddetti Centri di Sorveglianza, spostando la massa dei pazienti verso i Medici di famiglia. Sorge spontanea l’osservazione che tutti hanno la laurea in medicina, tuttavia ci si chiede se tutti hanno la preparazione dei Medici dei Centri che da anni si curano di coagulazione, e se, cosa più importante, i Medici di medicina generale, possano sopperire nei casi, così detti, avversi, con le conseguenti modulazioni della terapia sia essa con AVK o con i NAO.

Noi non sottovalutiamo la volontà politica per la riduzione della spesa sanitaria, ma riteniamo però che il miglior risparmio sia quello della prevenzione.

Siamo disponibili, e sarà nostra cura diffondere il concetto, che sia la Federazione dei Centri Antitrombotici che la nostra Federazione, debba coinvolgere le Associazioni dei consumatori sia a livello locale che nazionale, partendo dal concetto che le centinaia di migliaia di pazienti possano condizionare le scelte dei “burocrati” di turno.

Ora, egregio Professore, ci consenta di rivolgere a Lei un particolare ringraziamento per quanto ha già fatto ma anche per quanto è sua intenzione di fare. Crediamo che il Congresso di cui parliamo, sia il primo di una serie di incontri che, ne siamo certi, ci coinvolgerà.

Siamo a sua completa disposizione per quanto vorrà suggerire dall’alto delle sue conoscenze in materia, certi che il futuro non potrà essere che positivo per la sue e la nostra attività, per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti in terapia anticoagulante.

Con i migliori saluti,

Nicola Merlin-Presidente Feder-A.I.P.A