Un problema di dose?
Di Stefania Cavazza | 7 Maggio 2025 | 0
Ultima modifica: 8 Maggio 2025
È tempo per una nuova definizione di “dose appropriata” di DOAC nella fibrillazione atriale? È quello che ha discusso, alla luce delle recenti evidenze, Daniela Poli, past-president FCSA , al 9° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione. Infatti, a fronte di circa un 40% di utilizzo di “dose inappropriatamente bassa”, emerso dai diversi registri italiani ed internazionali, l’incidenza di eventi ischemici non si è rivelata più elevata di quanto osservato con dosi appropriate. Che i clinici riescano ad individuare meglio, rispetto alle indicazioni che derivano dai trials, i pazienti che si avvantaggiano di dosi ridotte?
Anticoagulanti orali in pazienti “fragili” con comorbidità: un aiuto dall’indice di Charlson?
Di Stefania Cavazza | 5 Dicembre 2024 | 0
Ultima modifica: 5 Dicembre 2024
Può l’indice di comorbidità di Charlson guidare nella scelta della dose di DOAC nei pazienti con fibrillazione atriale e migliorare l’efficacia e la sicurezza del trattamento? Secondo una sub-analisi dello studio MAS no (1), vediamo perché.
Livelli plasmatici di DOAC in pazienti in terapia con dosi ridotte: cosa dice lo studio MAS
Di Stefania Cavazza | 12 Settembre 2024 | 1
Ultima modifica: 10 Gennaio 2025
Una sub analisi dello studio MAS, appena pubblicata sull’International Journal of Cardiology, ha evidenziato come dosi ridotte di anticoagulanti orali diretti (DOAC) non siano sufficienti ad evitare livelli plasmatici di farmaco eccessivamente elevati o ridotti. Nello studio, i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare in terapia con dosi ridotte hanno avuto la maggiore incidenza di eventi emorragici o trombotici (1).
Emorragie precoci associate a livelli plasmatici elevati di DOAC in pazienti con fibrillazione atriale: ancora novità dallo studio MAS
Di Stefania Cavazza | 6 Giugno 2024 | 1
Ultima modifica: 6 Novembre 2024
Utilizzare dosi ridotte di anticoagulanti orali diretti (DOAC) non è sufficiente ad evitare che in un certo numero di pazienti siano raggiunti alti livelli plasmatici del farmaco, con associato un aumento del rischio emorragico nei primi tre mesi di trattamento anticoagulante, periodo nel quale il rischio di emorragia è già più elevato. La misurazione dei livelli plasmatici dei DOAC all’inizio della terapia potrebbe essere di utilità per evitare questo problema e migliorare ulteriormente l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci.

