Un ampio studio per valutare l’incidenza di questi prodotti sulla prevenzione della mortalità e sulla riduzione di malattie cardiovascolare dice di no. Un effetto sicuro, invece, è che ridurre il sale a tavola diminuisce anche la mortalità, almeno tra gli ipertesi.

In un articolo pubblicato recentemente nella prestigiosa rivista scientifica americana Annals of Internal Medicine gli autori descrivono i risultati dell’analisi sul ruolo di interventi dietetici, integratori e supplementi alimentari e vitamine nel prevenire la mortalità e le malattie cardiovascolari. L’analisi ha coinvolto tutta la letteratura disponibile raccogliendo dati su quasi un milione di soggetti che hanno partecipato ai vari studi.

I risultati hanno dimostrato che la riduzione del sale negli alimenti si associa a una sicura riduzione del rischio di morte nei soggetti ipertesi e probabilmente anche in quelli normotesi. Bassi livelli di evidenza sono disponibili sul ruolo dell’assunzione di omega-3 nel ridurre il rischio di infarto e malattie coronariche, come pure dell’acido folico nel ridurre il rischio di ictus. Nessun effetto sul rischio di mortalità e di malattie cardiovascolari è stato dimostrato con l’assunzione di vitamina B6, vitamina A, vitamina C, vitamina D, prodotti multivitaminici, antiossidanti e altri interventi dietetici.

Questi risultati indicano che gran parte di quanto viene speso per assumere vitamine e integratori alimentari (negli Stati Uniti la spesa annua per questi prodotti è di 30 miliardi di dollari!) si può valutare come spreco di denaro.


Bibliografia

  • Khan SU, Khan MU, Riaz H, et al. Effects of Nutritional Supplements and Dietary Interventions on Cardiovascular Outcomes: An Umbrella Review and Evidence Map. Ann Intern Med 2019.