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Gli anticoagulanti orali di nuova generazione sono ormai entrati nella pratica clinica quotidiana. L’esperienza degli specialisti nel prescriverli dura ormai da oltre 5 anni, nel mondo. Un importante vantaggio, rispetto ai cumarinici, è la possibilità di somministrarli a dose fissa, senza che sia richiesto un costante controllo di laboratorio per aggiustarne il dosaggio. Pertanto sono rapidamente divenuti molto popolari ed apprezzati dai pazienti che necessitano una terapia anticoagulante. I nuovi anticoagulanti orali hanno migliorato la prevenzione dell’ictus in presenza di fibrillazione atriale e hanno fatto sì che molti pazienti, che prima non venivano trattati, oggi siano efficacemente “protetti” da complicanze tromboemboliche. Sono anche molto utilizzati in pazienti con trombosi venose e/o embolia polmonare che spesso devono assumere farmaci anticoagulanti per molto tempo.

Uno dei timori nell’uso dei nuovi farmaci anticoagulanti era la mancanza di un vero antidoto in grado di neutralizzarne rapidamente l’effetto in caso di necessità: per esempio per una grave emorragia, un trauma, o la necessità di un intervento chirurgico d’urgenza.

Per neutralizzare l’effetto dei nuovi farmaci anticoagulanti in tali situazioni era finora possibile utilizzare i concentrati del complesso protrombinico. Tuttavia i concentrati del complesso protrombinico, pur essendo potenzialmente efficaci, vanno ad aumentare la coagulabilità del sangue in modo non sempre prevedibile e “controllato” con la possibilità di determinare un eccesso di correzione ed un rischio trombotico. Adesso, anche questo problema è superato, almeno per uno dei nuovi farmaci anticoagulanti. Infatti, è ora disponibile idarucizumab, l’antidoto in grado di inattivare in maniera specifica l’effetto di dabigatran, l’inibitore diretto della trombina che è stato il primo farmaco disponibile di questa nuova generazione di anticoagulanti orali.

L’elemento interessante di idarucizumab è che non produce alcun effetto pro-trombotico. Infatti è un anticorpo che si lega in modo altamente specifico a dabigatran e, in pochi minuti, lo rimuove dalla circolazione. Pertanto l’effetto di idarucizumab è semplicemente quello di riportare alla normalità i meccanismi della coagulazione del paziente, in tempi rapidissimi e senza indurre effetti pro-trombotici. Idarucizumab, naturalmente, sarà disponibile solo in ospedale, principalmente nel pronto soccorso: quando necessario, viene somministrato per via endovenosa, 2 volte a distanza di 15 minuti, ed il suo effetto è  già assai efficace dopo la prima somministrazione.