L’occlusione venosa retinica (OVR) è una trombosi venosa in sede inusuale che può coinvolgere la vena centrale della retina o suoi rami periferici, provocando un danno visivo fino alla cecità. Non si tratta di una patologia rara in quanto costituisce la seconda più comune patologia retinica dopo la retinopatia diabetica, e inoltre molti aspetti (sulla sua natura, cause e terapia) sono ancora incerti. Per quanto riguarda la sua patogenesi, va tenuto presente che sono spesso presenti fattori di rischio locali che contribuiscono ad aumentare la pressione intraoculare favorendo la stasi nelle vene retiniche e l’occlusione. Sono anche frequenti i tradizionali fattori di rischio cardiovascolari (ipertensione, diabete, fumo, obesità, alterazioni dei grassi del sangue, ecc.), mentre ancora incerto è il ruolo delle alterazioni del sangue a carattere trombofilico.
La Società italiana per lo studio dell’emostasi e della trombosi (SISET) ha recentemente pubblicato un “Position Statement” che fornisce delle indicazioni per il corretto approccio diagnostico e terapeutico al paziente affetto da occlusione venosa retinica:
- Una completa visita oculistica con le indagini necessarie.
- Quando la diagnosi di OVR sia confermata occorre un approccio multidisciplinare che coinvolga anche l’esperto di trombosi ed emostasi.
- Quando sono assenti fattori di rischio sistemici, e in particolare nei soggetti giovani (< 45 anni) si suggerisce di eseguire la ricerca del fenomeno Lupus Anticoagulant e il dosaggio degli anticorpi antifosfolipidi anticardiolipina e antibeta2 glicoproteina1.
- Ricercare e trattare adeguatamente possibili fattori di rischio cardiovascolari (ipertensione, dislipidemia, iperomocisteinemia, ecc).
- Considerare di evitare l’uso di contraccezione con prodotti contenenti estrogeni per evitare il loro effetto pro-trombotico.
- Entro 15-30 giorni dall’insorgenza di una OVR, in soggetti a basso rischio emorragico e senza fattori locali tipo glaucoma, vie raccomandata un trattamento con eparina a basso p.m. a dosi terapeutiche per una settimana, seguita da metà dose per 1-3 mesi.
- La comparsa di piccole ed isolate emorragie retiniche non costituisce una controindicazione alla terapia suddetta.
- Se è già in corso una terapia antipiastrinica, si suggerisce la sua sospensione temporanea per consentire la terapia eparinica.
- Qualora indicate, le procedure vitreali devono essere eseguite nel momento in cui il trattamento eparinico sia al suo livello più basso.
- Si raccomanda la somministrazione di aspirina come trattamento a lungo termine in pazienti ad elevato rischio cardiovascolare.
Bibliografia
- Paciullo F, Valeriani E, Porfidia A, et al. Antithrombotic treatment of retinal vein occlusion: a position statement from the Italian Society on Thrombosis and Haemostasis (SISET). Blood Transfus 2022; 20: 341-7.
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