Nella pratica clinica vengono utilizzati per la valutazione del rischio emorragico diversi modelli di stratificazione da applicare ai singoli pazienti. I parametri considerati sono: l’età avanzata, la storia di pregresso evento emorragico maggiore, un pregresso stroke (ictus), infarto miocardico recente, la creatininemia >1.5 mg/dL, l’ematocrito <30%, il diabete mellito.
Tali condizioni che sono associate con un aumentato rischio emorragico si ritrovano nei diversi score di rischio emorragico. Tra questi score quello più utilizzato è lo score HAS-BLED che è riportato in tabella 5. Tuttavia risulta evidente che molti dei fattori di rischio emorragico sono anche fattori di rischio per stroke. E’ stato pertanto proposto il termine di ‘fattori di rischio condivisi’ per sottolineare questo doppio aspetto. Infatti studi recenti ad esempio confermano un rischio emorragico più elevato negli anziani, i quali tuttavia sono portatori anche del maggior rischio embolico. Una recente metanalisi dimostra come il rischio emorragico e trombotico del paziente anziano crescano parallelamente e come i farmaci anticoagulanti mantengano un favorevole rapporto rischio/beneficio. L’età avanzata pertanto non deve di per sé essere considerata una controindicazione al trattamento anticoagulante.
Inoltre, si è recentemente confermato che l’insufficienza renale con basso filtrato glomerulare è un fattore di rischio indipendente sia per ictus che per emorragie nella FA. Questo rende ragione della difficoltà di definire il rischio emorragico in maniera efficace ad orientare le scelte terapeutiche. Numerose segnalazioni infatti riportano come i diversi score di valutazione del rischio emorragico abbiano in realtà una bassa capacità predittiva per cui il loro uso nella pratica clinica deve essere limitato alla valutazione del rischio emorragico del singolo paziente, senza che tuttavia siano in grado di guidare la scelta della profilassi antitrombotica più adeguata, ma solo di identificare soggetti in cui la sorveglianza deve essere maggiore al fine di prevenire complicanze emorragiche.