Profilassi del tromboembolismo venoso: i risultati dell’indagine di anticoagulazione.it
Di Stefania Cavazza | 19 Novembre 2024 | 0
Ultima modifica: 22 Novembre 2024
In alcune situazioni ad elevato rischio può essere necessario effettuare una prevenzione farmacologica del tromboembolismo venoso con medicinali che possono presentare difficoltà di somministrazione per i pazienti/caregivers o di prescrizione per i clinici. Al fine di esplorare gli ambiti di miglioramento e fornire informazioni utili, anticoagulazione.it ha condotto un'indagine (survey) per individuare i principali problemi legati alla profilassi con eparina a basso peso molecolare.
Dubbi sulla HIT: l’esperto risponde!
Di Redazione | 6 Novembre 2024 | 0
Ultima modifica: 21 Novembre 2024
La trombocitopenia indotta da eparina (HIT) è una rara, ma potenzialmente molto grave, reazione avversa alla somministrazione di eparina che può determinare trombosi venose o arteriose. La diagnosi e la terapia di questa condizione è tutt’altro che semplice e la disponibilità di laboratori dotati dei necessari test diagnostici è disomogenea sul territorio nazionale. Un gruppo di esperti italiani, coordinati dalla Prof.ssa Rossella Marcucci dell’Università di Firenze, ha creato una rete per supportare i professionisti nella diagnosi e terapia della HIT, che da oggi dispone anche di un “tutor” a cui fare riferimento.
La valutazione del rischio embolico nei pazienti con fibrillazione atriale: dal CHA₂DS₂-VASc al CHA₂DS₂-VA
Di Domenico Prisco | 5 Novembre 2024 | 0
Ultima modifica: 7 Novembre 2024
Il passaggio, proposto dalle ultime linee guida ESC 2024, dal punteggio CHA₂DS₂-VASc al più recente CHA₂DS₂-VA nella stratificazione del rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) rappresenta un cambiamento significativo nella gestione clinica. Entrambi i sistemi sono progettati per identificare i pazienti a rischio di ictus e altre complicanze tromboemboliche, ma con alcune importanti differenze nella semplificazione dei fattori di rischio considerati.
Protesi valvolari cardiache meccaniche: perché si usa il warfarin e non i DOAC
Di Vittorio Pengo | 16 Ottobre 2024 | 6
Ultima modifica: 21 Novembre 2024
Nonostante il diffuso utilizzo degli anticoagulanti orali diretti (DOAC) per molte indicazioni cliniche, nel caso delle protesi cardiache valvolari meccaniche il pilastro della terapia anticoagulante rimane il trattamento con farmaci anti-vitamina K (AVK), come il warfarin. Il diverso meccanismo con cui si forma il trombo in presenza di materiale protesico, che coinvolge fattori della coagulazione inibiti dagli AVK (ma non dai DOAC), può essere alla base della maggiora efficacia del warfarin evidenziata negli studi clinici.