Uno studio multicentrico, pubblicato su Circulation, ha documentato il vantaggio di una durata più prolungata della terapia anticoagulante in caso di trombosi venosa profonda distale isolata, se questa interessa un paziente affetto da neoplasia.

A differenza che in soggetti non neoplastici, dove studi anche molto recenti hanno indicato in tre mesi la durata ottimale della terapia anticoagulante (1), nei pazienti con neoplasia la durata ottimale dell’anticoagulazione a seguito di trombosi venosa profonda (TVP) limitata al circolo venoso sottopopliteo è incerta, perché imprevedibili sono le circostanze che, prescindendo dalla sede e dall’estensione della trombosi, possono condizionarne un esito sfavorevole. Tale quesito ha recentemente trovato una risposta esaustiva in uno studio multicentrico [ONCO DVT] condotto in Giappone, nel quale oltre 600 pazienti con neoplasia (in gran parte metastatica), in cui era stata diagnosticata una TVP sottopoplitea isolata (sintomatica o asintomatica) sono stati randomizzati a ricevere per 3 o 12 mesi edoxaban a dosi terapeutiche e sono stati seguiti per un anno (2).

L’edoxaban è stato programmato alla dose di 60 mg/die, ridotta a 30 nei casi previsti dall’adozione di questo farmaco (clearance della creatinina < 50 ml/min, peso corporeo < 60 Kg, simultaneità di impiego di potenti inibitori della glicoproteina P). L’endpoint primario era un composito di recidive tromboemboliche sintomatiche e mortalità imputabile al tromboembolismo. L’endpoint secondario era rappresentato dallo sviluppo di complicanze emorragiche maggiori. Le due popolazioni sono risultate del tutto confrontabili per quanto riguarda i parametri anagrafici, i fattori di rischio, la tipologia e severità di malattia neoplastica, le comorbidità e le terapie associate. L’età media dei pazienti arruolati è stata di 71 anni, il 28% era di sesso maschile, il 20% aveva una TVP sintomatica. La compliance dei pazienti allo studio è risultata molto elevata.

Al termine del follow-up programmato l’end-point primario di efficacia si è verificato in 3 dei 296 pazienti (1%) assegnati alla durata di 12 mesi dell’anticoagulante, ed in 22 dei 305 (7,2%) assegnati alla durata breve (OR, 0,13; 95% CI, 0,03 – 0,44). Emorragie maggiori sono state documentate rispettivamente in 28 (9,5%) ed in 22 (7,2%; OR, 1,34; 95% CI, 0,75 – 2,41). Ne è scaturita la dimostrazione di superiorità della durata di 1 anno di terapia nei confronti di 3 mesi, non penalizzata da un aumento del rischio emorragico.

Commento

In un contesto dominato dall’incertezza sulla durata ottimale della terapia anticoagulante in pazienti neoplastici con tromboembolismo venoso (TEV), lo studio ONCO DVT dimostra che l’estensione sino a un anno delle dosi terapeutiche di edoxaban programmate in seguito al rilevamento di una TVP sottopoplitea migliora la prognosi nei confronti di un periodo più breve (3 mesi), riducendo il rischio di recidiva tromboembolica e di mortalità imputabile a TEV senza accrescere il rischio emorragico. È interessante il rilievo che il risultato si applichi sia alle forme sintomatiche che a quelle asintomatiche. Anche se lo studio è stato condotto con edoxaban, le sue conclusioni sono verosimilmente applicabili all’impiego di altre tipologie di anticoagulazione. I risultati di questo studio integrano le conoscenze disponibili sulla gestione antitrombotica del TEV in soggetti neoplastici e concorrono a dare della TVP sottopoplitea un’immagine meno benevola di quanto ritenuto fino ad un recente passato.

Bibliografia

  1. Ageno W, Bertù L, Bucherini E, et al. Rivaroxaban treatment for six weeks versus three months in patients with symptomatic isolated distal deep vein thrombosis: randomised controlled trial. BMJ 2022;379:e072623.
  2. Yamashita Y, Morimoto T, Muraoka N, et al. Edoxaban for 12 months versus 3 months in cancer patients with isolated distal deep vein thrombosis (ONCO DVT study): an open-label, multicenter, randomized clinical trial. Circulation. 2023 Aug 28. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.123.066360. Epub ahead of print. PMID: 37638968.