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I NAO non necessitano di un aggiustamento posologico, sulla base del test di laboratorio, come invece succede per i farmaci antagonisti della vitamina K (Coumadin e Sintrom). Esistono però delle situazioni particolari:

  • Inizio della terapia
  • In occasione di eventi avversi (trombotici/emorragici)
  • Subito prima di un intervento chirurgico e manovra invasiva
  • Prima della terapia trombolitica nei pazienti con stroke ischemico
  • In occasione della neutralizzazione immediata dell’anticoagulazione (concentrati dei fattori della coagulazione, o antidoti specifici)
  • Nei pazienti con estremi di peso corporeo
  • Nel sospetto che un farmaco addizionale possa interferire con i NAO
  • Nel sospetto di over-dose
  • E altri ancora…

nelle quali il laboratorio può essere utile. Tuttavia, al momento non esistono raccomandazioni da parte delle autorità regolatorie e il singolo operatore è lasciato alle sue decisioni, il che crea difformità di comportamento e confusione. Nell’intento di coprire questo vuoto, le quattro società scientifiche che hanno attinenza con il settore dell’anticoagulazione:

  • Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e Trombosi (SISET)
  • Federazione dei Centri per la diagnosi della trombosi e la Sorveglianza delle terapie Antitrombotiche (FCSA)
  • Società Italiana di Biochimica Clinica (SIBIOC)
  • Società Italiana di Patologia clinica e Medicina di Laboratorio (SIPMEL)

hanno deciso di preparare un documento inter-societario che affrontasse l’argomento del laboratorio nella gestione dei NAO e desse ai clinici e agli operatori di laboratorio delle linee-guida condivise. Il documento, recentemente pubblicato (Tripodi A, et al. Blood Transf 2017 13:1-9), descrive e commenta:

  • Le caratteristiche principali dei NAO attualmente sul mercato
  • I test utili per la misura dei NAO, secondo il consenso internazionale e l’esperienza degli estensori del documento.
  • I limiti dei test tradizionali della coagulazione, tempo di protrombina (PT) e tempo di tromboplastina parziale attivato (APTT), nella valutazione del livello di anticoagulazione raggiunto a seguito della somministrazione dei NAO.
  • Le situazioni nelle quali il test di laboratorio può essere utile per valutare il paziente anticoagulato.
  • L’effetto che il tempo intercorso fra la somministrazione del farmaco e l’esecuzione del prelievo può avere sulla interpretazione del risultato.
  • Le indicazioni circa le modalità di refertazione e i valori “attesi” della concentrazione plasmatica dei NAO in corso di trattamento, secondo le schede tecniche dei diversi farmaci.
  • Le possibili interferenze fra i NAO e i test più comuni dell’emostasi (antitrombina, proteine C/S, fibrinogeno, dosaggio dei singoli fattori e i loro inibitori, anticoagulante lupico, ecc.), che possono essere causa di errate interpretazioni per il clinico poco esperto.

Gli autori e le Società Scientifiche coinvolte auspicano una larga diffusione e applicazione del documento, ritenendo che esso possa essere da stimolo per le autorità regolatorie a emanare al più presto raccomandazioni ufficiali sull’uso del laboratorio nei NAO. Nel contempo auspicano che il documento possa essere da stimolo per amministratori e operatori di laboratorio a rendere disponibili i test per una sempre migliore gestione del paziente anticoagulato con i NAO.