L’ embolia polmonare è una patologia relativamente frequente e una delle più importanti cause di morte nei paesi occidentali. L’incidenza della patologia varia in base alle popolazioni studiate ed è in particolare influenzata dall’etnia. Tuttavia, altri fattori possono influenzare l’epidemiologia dell’ embolia polmonare, inclusa la disponibilità di tecniche diagnostiche altamente accurate come la tomografia computerizzata (TC) polmonare.

Negli Stati Uniti, ad esempio, è stato riportato un incremento progressivo dell’incidenza di embolia polmonare negli ultimi 15 anni circa e questo incremento è stato attribuito, almeno in parte, alla disponibilità negli ospedali delle TC multistrato (1). La disponibilità di queste metodiche e il costante miglioramento della loro accuratezza ha infatti non solo migliorato la nostra capacità diagnostica nel sospetto della patologia, ma ha anche incrementato le diagnosi incidentali in pazienti che eseguivano l’esame per altre ragioni. La nostra conoscenza dell’epidemiologia dell’embolia polmonare si è fino ad ora basata su studi provenienti da altri paesi europei, dagli Stati Uniti o dall’Australia.

Sono stati recentemente pubblicati i risultati di uno studio epidemiologico italiano, il primo in questo ambito, condotto in due regioni, il Piemonte e la Lombardia, con una popolazione complessiva di circa 13 milioni di persone (2). Lo studio è stato effettuato utilizzando i codici di patologia internazionali (ICD-9-CM) per identificare tutti i pazienti dimessi con una diagnosi di embolia polmonare tra il 2002 e il 2012. In questo modo, oltre al dato di incidenza aggiustato per sesso ed età è stato possibile valutare anche il trend temporale della patologia nella decade selezionata.

L’incidenza della patologia nel periodo di studio è stata di 55.4 casi ogni 100.000 abitanti per le donne e 40.6 casi ogni 100.000 negli uomini. La differenza di incidenza per sesso è venuta meno dopo avere aggiustato il dato per l’età della popolazione. L’incidenza di embolia polmonare è risultata in costante aumento durante il periodo di osservazione, mentre la mortalità durante il ricovero è significativamente diminuita nel corso degli anni sia nelle donne (da 15.6% a 10.2%) che negli uomini (da 17.6% a 10.1%).

Questi risultati appaiono pertanto sovrapponibili a quelli dello studio americano, soprattutto per quanto riguarda l’aumento dell’incidenza e la riduzione della mortalità da embolia polmonare.

A cura di

Prof. Francesco Dentali-Università degli Studi dell’Insubria

 

Bibliografia

  1. Wiener et al When a test is too good: how CT pulmonary angiograms find pulmonary emboli that do not need to be found. BMJ 2013
  2. Dentali et al Time trends and case fatality rate of in-hospital treated pulmonary embolism during 11 years of observation in Northwestern Italy. Thromb Haemost. 2015