Molti studi hanno evidenziato come le trombosi venose possano essere la prima manifestazione clinica di una neoplasia occulta.

Per questo motivo, molti studiosi hanno cercato di capire come e quando cercare un tumore nei pazienti che si presentano con una malattia tromboembolica venosa, soprattutto in assenza di altri fattori di rischio maggiori.

L’associazione tra cancro e trombosi arteriose è meno studiata. Alcuni studi hanno riportato che i pazienti con tumori maligni hanno un rischio aumentato di sviluppare trombosi arteriose, come ad esempio ictus ischemici, rispetto a pazienti non oncologici. Non è noto invece se anche l’occorrenza di eventi trombotici arteriosi possa essere associata a una neoplasia occulta, come nel caso delle trombosi venose.

Un gruppo di ricercatori americani dell’università Weill Cornell ha presentato i risultati di uno studio epidemiologico effettuato utilizzando un grande registro di malattie, che si stima comprendere circa il 28% dei pazienti oncologici degli Stati Uniti. Lo studio ha selezionato 108.797 pazienti di età superiore a 66 anni con una prima diagnosi di neoplasie del polmone (74%), pancreas (17%) o stomaco 9% tra il 2004 e il 2013. Sono stati anche identificati pazienti non oncologici utilizzati come gruppo di controllo, matchati per età, sesso, etnia, regione geografica e comorbidità. Gli autori hanno valutato l’incidenza di eventi trombotici arteriosi fino a un anno prima della diagnosi di cancro. Se questa incidenza è risultata assolutamente sovrapponibile a quella dei controlli tra 360 e 241 giorni prima della diagnosi di cancro, essa è progressivamente aumentata avvicinandosi alla data del cancro, raggiungendo un picco nei 30 giorni precedenti. In questo mese prima della diagnosi del cancro, sono state registrate 1177 (1.08%) trombosi arteriose, contro un’incidenza di 0.11% nei controlli, per un odds ratio di 9.59 (intervallo di confidenza al 95% tra 7.96 e 11.54). Tra gli eventi trombotici arteriosi, gli infarti (1.50%) sono risultati essere più comuni degli ictus ischemici (1.14%) nell’anno che ha preceduto la diagnosi di tumore.

I risultati di questo studio richiedono ovviamente conferme e maggiori approfondimenti, ma sono molto interessanti in quanto suggeriscono la necessità di attenzione alla presenza contemporanea di neoplasie, quantomeno a livello di polmone, pancreas e stomaco, in pazienti che vengono curati per un evento arterioso maggiore. Questa associazione è verosimilmente spiegabile con la presenza di fattori di rischio comuni, in primis il fumo di sigaretta per quanto riguarda il tumore al polmone, ma la vicinanza temporale tra le due diagnosi fa anche pensare ad un effetto protrombotico e quindi precipitante della neoplasia in pazienti già predisposti alla malattia aterotrombotica.


Bibliografia
Navi BB, et al. Arterial thromboembolism risk before a diagnosis of lung, pancreas, or gastric cancer. Thromb Res 2018(164):S179,OC-02