Facciamo il punto sui numerosi studi del registro START, il trial in corso GIASONE, i risultati preliminari dello studio MAS e le conclusioni dello studio APIDULCIS che sono stati discussi durante il 7° Convegno di Fondazione Arianna Anticoagulazione e anticoagulazione.it.
Nell’ambito dei quattordici sotto-studi del registro START2 (Survey on anticoagulated pAtients RegisTer), attualmente in corso, sono stati illustrati i nuovi studi START2-SIAPAV PAD, START2 OVR e START2-HIT. Sono stati inoltre presentati in anteprima i risultati dello studio START2-POST VTE, START-COVID e START FA.
In “partenza” anche lo studio START2 VTE COHORT con l’obiettivo di seguire i pazienti per un periodo di almeno tre anni di follow-up, indipendentemente dalla durata della terapia anticoagulante, al fine di ottenere dati sull’andamento a lungo termine, scarsamente presenti in letteratura. “I dati degli studi, anche osservazionali, si fermano ad un massimo di due anni di follow-up”- ha detto il Prof. Gualtiero Palareti, Presidente di Fondazione Arianna Anticoagulazione – “mentre a noi interessa sapere cosa succede ai pazienti nel lungo periodo, non solo se stanno ancora assumendo l’anticoagulante ma anche se lo hanno sospeso”- ha concluso Palareti.
Il problema della sospensione della terapia anticoagulante (in chi è possibile? quando? con quali rischi?) è un tema centrale della ricerca di Fondazione Arianna Anticoagulazione, affrontato anche nello studio Apidulcis, di recente pubblicazione, i cui risultatati sono stati discussi nell’ambito del Convegno. Se il dosaggio seriato del D-dimero, per valutare chi potesse sospendere la terapia anticoagulante dopo un primo episodio di tromboembolismo venoso (TEV) si è dimostrato non predittivo nel contesto pandemico, i motivi di questi risultati e del più elevato numero di pazienti con D-dimeri positivi, rispetto a studi precedenti sono stati analizzati dalla Dott.ssa Cristina Legnani (Fondazione Arianna Anticoagulazione). Tuttavia, l’utilizzo del D-dimero per determinare la durata della terapia del TEV mantiene una possibile applicazione in particolari categorie di pazienti, come quelli in terapia con farmaci anti-vitamina K, più giovani o con fattori di rischio minori, come evidenziato dal Dott. Alberto Tosetto (Divisione di Ematologia AULSS 8 Berica-Vicenza).
Come comportarsi nei confronti dei pazienti più anziani (> 75 anni), che non sono stati inclusi nello studio Apidulcis poiché l’alto rischio emorragico legato alla terapia anticoagulante ne suggerisce la sospensione (in assenza di fattori di rischio maggiori di recidiva), è oggetto dello studio Giasone, attualmente in corso.
Presentati infine dalla Dott.ssa Sophie Testa (ASST Cremona) e dalla Dott.ssa Michela Cini (Fondazione Arianna Anticoagulazione) i recentissimi risultati preliminari dello studio MAS (Measure and See Study), il primo studio multicentrico prospettico osservazionale che valuta le complicanze emorragiche e trombotiche in pazienti affetti da fibrillazione atriale che iniziano un trattamento con DOAC e che correla gli eventi clinici, trombotici ed emorragici, ai livelli misurati di DOAC nella prima fase di trattamento. Bassa l’incidenza di out come primari trombotici nella coorte analizzata che, tuttavia, si sono verificati solo nel gruppo con bassi livelli di DOAC misurati allo “steady state”.