Le polmoniti rappresentano una condizione infettiva ad alto rischio di provocare embolia polmonare, quasi sempre isolata (cioè non associata a TVP degli arti). Forse in assoluto, tra le cause 'mediche', quella a rischio più elevato.

L’introduzione dei nuovi anticoagulanti diretti (NAO) nella pratica clinica ha accresciuto sensibilmente l’impiego dei farmaci antitrombotici, che oggi si spinge a coinvolgere – per lo meno nei paesi occidentali – la larga maggioranza dei soggetti con fibrillazione atriale (FA) a rischio di stroke, a differenza che in un recente passato quando per tale indicazione erano disponibili solo i dicumarolici, i cui inconvenienti e rischi erano percepiti come tali da dissuaderne l’impiego in una fascia non trascurabile della popolazione, soprattutto tra gli anziani.

Da quando abbiamo a disposizione il CHA2DS2-VASC score per la stratificazione del rischio di stroke in soggetti fibrillanti, ci comportiamo in accordo con le linee guida, che assegnano concordemente un rischio elevato ai maschi con score di almeno 2 ed alle femmine con score di almeno 3, mentre discordano sull’interpretazione da dare ad uno score 1 nei maschi e 2 nelle femmine (se 1 è il sesso femminile), ed i più propendono per un atteggiamento attendistico in costoro.

Ecco i contributi scientifici più rilevanti pubblicati nella stagione 2018/19 relativamente alla prevenzione e cura delle malattie trombotiche. Laddove possibile ho accorpato studi che hanno affrontato tematiche affini. La stagione è stata costellata più da insuccessi che da successi.

In assenza di profilassi i traumi maggiori comportano un rischio elevato di complicanze tromboemboliche venose, con un rischio di embolia polmonare (EP) sintomatica dell’ordine di 1 su 10 soggetti traumatizzati1,2.

È trascorso un secolo da quando (nel 1916) è stata scoperta l’eparina, un po’ per caso, quando un giovane studente (Jay McLean) a cui era stato dato l’incarico di estrarre dal fegato di cane un estratto ad azione procoagulante si accorse che la sostanza estratta (eparina, perché ricavata dal fegato) possedeva invece uno spiccato effetto anticoagulante.

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